Il Ronchi continua a sognare E adesso arriva la Juventina

RONCHI DEI LEGIONARI. Chiamatelo pure "Ronchester". La favola del Ronchi in Promozione assomiglia a quella vissuta dal Leicester di Ranieri nella Premier League di un anno fa. Due squadre che sono rinate dalle proprie ceneri come l'araba fenice: gli amaranto che hanno mantenuto la categoria solo ai play-out dopo una clamorosa rimonta nata a dicembre, un po' come successe ai Foxes prima di sorprendere un po' tutti - bookmakers e tifosi compresi - andando ad aggiudicarsi l'ambito titolo d'Oltremanica. Gli amaranto stanno rivivendo emozioni identiche, o per meglio dire lo stesso sogno (ancorché in sedicesimo) e non vogliono più svegliarsi.
Risultato dopo risultato il Ronchi si ritrova lassù a nove turni dalla conclusione con tre punti di vantaggio sulla Juventina: ogni commento è superfluo sull'importanza dello scontro al vertice di sabato prossimo al "Lucca" nel quale il team del presidente Croci potrebbe spiccare il volo definitivo. Non è stata, almeno inizialmente, una passeggiata nel testa-coda di Trebiciano: il Primorec ha messo il muso in avanti dopo pochi spiccioli stuzzicando un po' troppo il can che dorme.
«Nei primi minuti eravamo sotto tono, forse per le dimensioni ridotte di un rettangolo al quale non siamo abituati, poi sono usciti ancora una volta il carattere e la determinazione di un gruppo esemplare. Abbiamo raddrizzato la partita prima dell'intervallo - spiega il dirigente-accompagnatore Alberto Nalon - e subito dopo la pausa l'abbiamo messa agevolmente in cassaforte anche perché i carsolini avevano già perso la testa: espulso il loro portiere già sul rigore di Markic del 2-1, hanno finito in otto unità. Giustamente abbiamo preferito il fioretto alla spada senza andare in cerca di avventure, gestendo le forze ed evitando infortuni gratuiti che possono capitare se affondi i colpi con vigore: abbiamo chiuso una gara difficile da giudicare, proprio per quanto accennato poc'anzi, con lunghe fasi di palleggio e possesso palla. La Juventina? Non avremo nulla da perdere, sarà quel che sarà, ma in caso di risultato positivo il segnale alle antagoniste sarà chiaro e forte».
L'assenza prevista di Zampa ha fatto sì che fosse rivisitato lo scacchiere: Dominutti prima protezione della linea difensiva con Dallan e Markic (altra doppietta e fanno 11) interni e un Veneziano sempre più decisivo (suo l'assist per la prima rete di Gabrieli e il primo rigore procurato) a surrogare gli estri di un Gabrieli che non la smette più di segnare e di un Lucheo che stavolta è stato inizialmente preferito a Piagno. La quarta e ultima segnatura ha riproposto l'illustre firma di Paolucci, abile a procurarsi il secondo tiro dagli undici metri (con annessa espulsione) di giornata e trasformarlo: dall'estremo Furios - un solo ma decisivo intervento nella prima parte - ai subentrati ognuno continua a mettere il proprio mattoncino per costruire il sogno.
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