Il triestino Andrea Petagna in azzurro: «Emozione e tanta gioia» VIDEO
TRIESTE. Stava andando a Linate, domenica sera, Andrea Petagna. Lo aspettava un aereo per raggiungere il ritiro della Under 21. Poi, però ha suonato il cellulare. Era il team manager dell’Atalanta che lo stava cercando da un po’, c’erano altre quattro chiamate perse: «Andrea, gira la macchina, devi andare a Coverciano, ti vuole Ventura». «E io gli ho detto di non prendermi in giro». Invece era tutto vero. Dopo gli stage a Coverciano, una convocazione “vera”. La prima.
E dire che domenica aveva le... scatole girate, l’attaccante triestino dell’Atalanta. «Ero un po’ nervoso perché non avevo fatto gol contro il Pescara: ora questa convocazione mi regala forza e morale». Dall’arrabbiatura alla gioia vera: «Sono davvero contento perché è un sogno che si avvera. Se penso che solo un anno fa giocavo in B e lottavo per la salvezza e ora vengo chiamato in Nazionale, beh, è davvero qualcosa di pazzesco. E devo dire grazie all’Atalanta e a mister Gasperini se sono riuscito a fare un bel salto di qualità».
Del resto proprio il mister della Dea domenica aveva, nel dopo partita, aveva avuto parole di miele per Andrea: «Sta giocando veramente bene per tutta la squadra da tanti mesi: il suo lavoro non viene sempre valorizzato perché gli manca qualche gol ma il suo contributo è sempre fondamentale».
«Emozionato e contento. Andrea domenica sera era proprio così: emozionato e contento. E noi con lui»: la signora Alessandra è la mamma, grande sportiva pure lei anche se il suo ambiente naturale non sono i prati degli stadi ma l’acqua delle piscine. Per cui non se l’è nemmeno presa quando domenica sera Andrea ha dedicato la gioia di questa convocazione a papà Euro, lui sì uomo di calcio, oggi allenatore dello Zarja. E poi, si sa, domenica era la festa del papà... «Io poi - prosegue sorridendo mamma Petagna - ho il divieto di parlare di calcio! Con suo padre c’è molta più sintonia. La chiamata in Nazionale? Siamo felici, è il premio più bello a tanti anni di sacrifici».
Si sa, Andrea - non solo figlio ma anche nipote d’arte: nonno Francesco giocò nella Triestina per tutti gli anni Cinquanta - è diventato un “professionista” del pallone sin da piccolissimo: dopo i primi passi nella scuola calcio del Domio, ad appena 9 anni era all’Itala San Marco Gradisca (all’epoca satellite dell’Atalanta: vedi tu il destino...), poi alla Virtus Corno e quindi al Donatello Udine (altra vera e propria “fabbrica” di campioncini). E a 14 anni era già al Milan. Adesso - a 22 anni - l’esplosione all’Atalanta dopo i passaggi alla Sampdoria, al Latina, al Vicenza e all’Ascoli. In azzurro, invece, tutta la trafila, sin dalla Under 16, fino, oggi, all’approdo alla nazionale maggiore.
Ma in casa Petagna è stato un gran bel fine settimana non solo per merito di Andrea ma anche per il gol segnato da Simone, ovvero il fratellino, al Belluno con la maglia della Triestina nel campionato juniores: il primo gol con la formazione allenata da Stefano Lotti. Sottolinea mamma Alessandra parlando del più piccolo dei suoi figli calciatori: «Speriamo che continui bene così come sta facendo ora, lui si sta impegnando tantissimo, anche se non è facile giocare a calcio e avere un fratello già famoso in serie A!». E adesso entrato ufficialmente anche nel giro della Nazionale...
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