“Il Var olimpico” fa gioire l’Italia con due medaglie
Chiamatelo “Var olimpico”, chiamatelo dolce “Var olimpico”. Perché ieri la giuria ha fatto schizzare l’Italia dello short-track in alto sul podio olimpico fino alla medaglia d’argento, punendo con la squalifica i team di Cina e Canada protagonisti di un convulso finale e poi ha respinto il ricorso della Germania che pretendeva una assurda squalifica del frazionista azzurro del biathlon che aveva vinto una volata trilling.
Le Olimpiadi di PyeongChang ieri hanno ritrovato il colore azzurro, bello più che mai e in un’ora o poco più sono arrivate due medaglie, la settima e l’ottava, che fanno sperare ancora in “quota Malagò”, le tredici medaglie indicate dal presidente del Coni come soglia d’una spedizione trionfale. Che bravi i nostri ragazzi. Val la pena raccontarla minuto dopo minuto quell’ora e mezza da urlo. Ha iniziato una friulana testarda, bella e testarda: Lisa Vittozzi da Sappada. Ventitre anni. Pronti, via, la prima frazionista della staffetta mista del biathlon, con sulle spalle il peso d’una medaglia “di legno” nella mass-sprint causa cilecca all’ultimo poligono, vola sugli sci e con la carabina, nelle due sessioni, è semplicemente strepitosa. Bang, bang e testimone lasciato in testa un’altra bellezza, questa volta altoatesina, quella di Dorotea Wierer. “Doro” vola e intanto sul ghiaccio della Ice Arena di Gangneung scende il tenino valtellinese che poco prima aveva battuto l’Olanda, capace poi nella finale B di sgretolare il record del mondo. Lucia Peretti, Cecilia Maffei, Martina Valcepina e la grande Arianna Fontana hanno di fronte Canada, Cina e le favoritissime della Corea del Sud. La gara è un toboga di 3 mila metri d’emozioni, le azzurre chiudono il trenino in posizione d’attesa. A quattro giri dalla fine il toboga diventa una pazzesca successione di colpi di scena. Un cambio lungo delle coreane innesca il groviglio sul ghiaccio. La canadese cade, Lucia Peretti pure. Ma è lesta a rialzarsi e tagliare il traguardo col bronzo al collo dietro Sud Corea e Cina. È già festa grande per le azzurre. Ma entra in scena il “Var olimpico”, i giudici vedono e rivedono le immagini del convulso finale, confermano l’oro coreano, squalificano Cina e Canada e premiano l’Italia con l’argento. La Fontana fa festa per il settimo alloro olimpico, la Maffei si gode il podio perchè a Torino e Sochi era riserva e la medaglia l’aveva invidiata. Bronzo all’Olanda, prima della finale B con record del mondo.
“Doro” intanto nel fondo vola, non sbaglia i cinque colpi a terra del primo giro al poligono, tiene la Germania a tiro, sbaglia due colpi in piedi, ma usa le cartucce di riserva e consegna ai colleghi maschi un trenino azzurro ben saldo sul podio.
Che finale, che palpitazione. La torcida azzurra allo stadio del fondo guidata da Malagò freme. Lukas Hofer chiude la sua frazione con solo un errore, ha la Germania davanti a una trentina di secondi, dietro però stanno arrivando la Norveglia e la Francia. Già, la Francia. In ultima frazione c’è il “mostro”. Quattro (cinque con quello di ieri) ori olimpici, undici mondiali, Martin Fourcade, una leggenda. Si beve il tedesco sugli sci, fa strike al poligono. Vince sventolando il tricolore. Dietro il capolavoro lo fa l’ultimo azzurro, già bronzo nell’individuale. Si chiama Domink Windisch. Sbaglia due colpi all’ultimo poligono e si gioca in volata il bronzo col tedesco Peiffer, al poligono peggio di lui con tre errori. La volata si tinge d’azzurro, i tedeschi reclamano per una presunta scorrettezza. Il “Var olimpico” dopo mezz’ora d’attesa alle 13.57 ora italiana conferma il bronzo. Trionfo. Quota Malagò è a due medaglie. Magari la notte ha già portato la nona con Sofia Goggia da Bergamo in discesa. Chissà.
Riproduzione riservata © Il Piccolo








