In duemila a fare festa al Rocco per la triestina Sara Gama: «Un’esperienza strepitosa»

TRIESTE Certo, era assolutamente scontato visto il ritmo sin qui tenuto dalla sua Juventus, ma la triestina Sara Gama ha festeggiato proprio al Rocco, ieri all’ora di pranzo, il titolo d’inverno nella serie A di calcio femminile: 11 partite, dieci vittorie e un pareggio. E lo ha festeggiato rifilando un larghissimo 5-1 alle udinesi del Tavagnacco, società che aveva scelto di giocare la partita a Trieste nell’ambito del proprio programma di sviluppo del calcio femminile in regione, sfruttando la popolarità di Sara Gama, capitano della Juve ma anche della Nazionale.
Sara, che giornata!
Per Sara - che ieri mattina aveva accompagnato le compagne di squadra alla scoperta di Trieste - era la prima volta al Rocco, per di più contro quel Tavagnacco con il quale a 16 anni aveva debuttato in serie A vestendone poi la maglia per quattro stagioni. Contro le gialloblù friulane, davanti a quasi 2mila spettatori (1931 i biglietti staccati), una vittoria facile facile ma anche uno specialissimo bagno di folla, tra decine e decine di autografi da firmare e altrettanti, se non di più, selfie, ultimo quello richiestole negli spogliatoi dal capitano del Tavagnacco, la giapponese Shino Kunisawa (con la connazionale Mizuho Kato il valore aggiunto della squadra friulana: davvero due ottime giocatrici).
Prima della partita, invece, Mauro Milanese aveva fatto omaggio alla calciatrice “nata” nello Zaule della maglia della Triestina, personalizzata con il “suo” numero 3. «Questa partita al Rocco? È stata semplicemente un’esperienza strepitosa - ha commentato Sara al termine - . Magari poterla ripetere in futuro». E chissà, l’idea è quella di avere qua una partita della Nazionale femminile che ha proprio nella mula triestina il suo volto simbolo.
AVVIO IN SALITA
“Te ga fato tanta strada, ma il destino te ga riportà a Trieste” era scritto su uno striscione dedicato a Sara e lei ha risposto a tanto affetto con una prova d’ordine, molto pulita e senza affanni, anche se iniziata in salita per la sua Juve. Già, perché a passare in vantaggio per primo è stato proprio il Tavagnacco al 20’ con l’inglese Chandarana, brava a concludere in rete un’azione nella quale vi era stato anche un mani del difensore bianconero Sembrant, non fischiato per il vantaggio. Meno di un quarto d’ora dopo, un rigore piuttosto generoso ha permesso a un’altra azzurra, Cristiana Girelli, di pareggiare. E poi è stato un monologo bianconero, o quasi: rete anche di Rosucci prima della fine del tempo e poi nella ripresa i sigilli di Maria Alves, di Annahita Zamanian (che ha bagnato con il gol il debutto con la Juventus, dove è appena arrivata dal Psg) e di Valentina Cernoia, nata a Brescia ma di famiglia friulanissima, omaggiata in tribuna da uno striscione dei compaesani di Vernassino, minuscolo borgo delle Valli del Natisone. Cinque reti a una, punizione forse troppo pesante per le friulane, ma anche la dimostrazione plastica della differenza di valori in campo, tecnici e fisici, non solo: per dire, il semplice monte rimborsi spese della Juventus femminile è oltre dieci volte superiore a quello delle friulane. «Sì, il Tavagnacco aveva iniziato bene, ma noi poi ci siamo sciolte - ha poi ricordato Sara - . Con la società gialloblù ho esordito in serie A, un pezzo di cuore è rimasto con lei: auguro con tutto il cuore alla squadra di centrare il traguardo della salvezza». —
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