Rinviato a data da destinarsi il raduno della Triestina: Moretti si allena da solo al Grezar
Nessun direttore sportivo o team manager si è presentato al Rocco: presenti solo il difensore Moretti e il giovane Izzo, classe 2008

Quanto manca alla fine? Si spera sempre meno. Per il malato agonizzante è così.
Mai nella storia della Triestina, nemmeno in epoca Pontrelli, si era arrivati a tanto. Arrivare nel cuore pulsante del calcio triestino, lo stadio Rocco, senza avere la benché minima idea di quali volti ci si sarebbe potuti trovare davanti per quanto riguarda lo staff tecnico ma anche sul fronte giocatori. E arrivare ad una nuova vetta di profonda vergogna: quella di non trovarsi davanti nessuno, se non il manipolo di tifosi inferociti.
Con una comunicazione pervenuta a poco più di un’ora dall’orario fissato per il raduno (le 17.30, orario mutato rispetto alle 10.30 previste da una settimana) la società ha diffuso ai giocatori la nota con cui è stato rinviato nuovamente il primo incontro. Stavolta a data da destinarsi. Il tutto per garantire alla squadra “l’avvio dell’attività in piena sintonia e con tutte le figure dirigenziali e tecniche necessarie”…

A contratto ci sono Morris Donati e Giuseppe Marino, uniche possibili idee. Il tutto, una farsa, con cui il mondo alabardato inaugura il mese di agosto. Stavolta quindi non c’è nemmeno una data di inizio per la preparazione. È l’ennesima pagina ridicola di una società che passerà alla storia come una pessima barzelletta da raccontare ai nipotini.
E così nel parcheggio del Rocco, tifosi, giornalisti e anche figure della sede si sono trovati a condividere rabbia, rancore, delusione e rassegnazione.
Ancora una volta il rispetto è stato messo da parte. Verso dipendenti, giocatori, tifosi, città. Desolanti le scene in sede.
Lontano il bel ricordo dei corridoi pieni di vita ed entusiasmo.
A confrontarsi in amicizia, una mezza dozzina di dipendenti, stoici, e regolarmente in ufficio con l’eterna speranza di una svolta. Persone che attendono da mesi lo stipendio. Tradite più volte da promesse da marinaio del presidente Benjamin Lee Rosenzweig. Quante volte si son sentiti dire i soldi arrivano tra cinque, sette, dieci giorni.

Qualcuno in atrio della sede si lascia andare ad uno sfogo. E ha perfettamente ragione. Perché una società non deve provare vergogna quando arriva quinta o decima in campionato anziché vincere un campionato. Una società, o meglio, chi la rappresenta, deve o dovrebbe provare vergogna quando non paga lo stipendio a persone che hanno famiglia da mantenere. Quando si distrugge il settore giovanile, o quello femminile.
Non si sono registrati particolari problemi in termini di ordine pubblico. Solamente qualche momento di tensione con la parte più accesa del tifo a manifestare la rabbia, una decina di tifosi più animati. Ma numericamente i rappresentanti del tifo presenti sono stati non più di venti. Sconfortati. E stanchi di subire umiliazioni continue.
Tra i giocatori, si è fatto vedere Andrea Moretti che ne ha approfittato per una sgambata in solitaria ed il giovanissimo Matteo Izzo, elemento dell’Under 17 di Simone Benecchi. Per lui, accompagnato dal papà vista la giovanissima età (si tratta di un difensore di prospettiva, classe 2008) non c’è stato altro da fare che montare nuovamente in macchina e riprendere la strada di casa verso il Veneto.
Matteo, nel calcio come nella vita, scoprirà certamente che per fortuna esistono anche proprietà e presidenti che conoscono la parola rispetto. Una parola che non alberga a Trieste in questo momento. —
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