In molti a malapena alla linea di partenza

«A memoria non ricordo una Barcolana con così poco vento». «Durante la bonaccia abbiamo fraternizzato con gli altri»
Di Luca Saviano
Foto Bruni 12.10.14 Barcolana 2014: la regata,il pubblico,i bagnanti
Foto Bruni 12.10.14 Barcolana 2014: la regata,il pubblico,i bagnanti

TRIESTE. L’ospite più atteso della giornata, quello in grado di gonfiare le vele e di spingere gli scafi oltre la linea del traguardo, si è fatto desiderare a lungo, presentandosi sul campo di regata solo in tarda mattinata, con la scomparsa delle nubi e con l’arrivo di una leggera brezza termica. Poca cosa, sufficiente appena ad accarezzare gli scafi rimasti in mare. Molte delle 1878 barche iscritte, infatti, sono state costrette a mettere il motore in acqua e a dirigere la prua verso il proprio ormeggio, senza riuscire a raggiungere la linea del traguardo.

«A memoria non ricordo una Barcolana con così poco vento». Otello Regeni non sembra recriminare più di tanto su una regata che è finita anzitempo. A bordo di “Keanda”, un Zuanelli 34, non è voluto mancare a questo appuntamento. In nove, tutti provenienti da Marano Lagunare, hanno rinnovato una tradizione che va avanti da tanti anni. «La Barcolana è una festa – spiega il figlio Alessandro – che non si esaurisce nello spazio della regata». La barca di Regeni, nella serata di sabato, è stata invasa pacificamente da una quarantina di persone, tutte intenzionate a godere della cucina di Gianfranco Corso. Come vuole la tradizione maranese, lo chef ha proposto un menù interamente a base di pesce. «La festa è andata avanti fino a tarda notte – continua Alessandro - , fra antipasti di pesce crudo, primi piatti napoletani rivisitati in chiave lagunare, con gamberi, vongole e funghi freschi, e numerose bottiglie di Prosecco, Moscato e Malvasia. A mezzanotte, poi, una grande calamarata ha riempito nuovamente i piatti vuoti».

Uno spirito goliardico che non ha influenzato la prestazione in mare. «Con queste condizioni meteo non potevamo fare altro che ritirarci – commenta il capitano Otello - . Siamo riusciti a malapena a raggiungere la linea di partenza e con noi molti altri equipaggi, con i quali abbiamo fraternizzato durante la bonaccia». È andata meglio a Pino Pinelli, arrivato al traguardo al timone di “Vola vola”, un Millennium 40. L’esperto Pinelli, in trenta anni di regate, può vantare un secondo posto su Idea e un terzo posto su Tutta Trieste. Un’esperienza che gli ha consentito di fare le scelte migliori al momento giusto: «Siamo partiti all’altezza di Barcola – spiega il tattico triestino – e siamo rimasti bassi sottocosta, riuscendo a sfruttare i pochi aliti di vento presenti in mare». L’unica nota di rammarico Pinelli la riserva per spiegare la condotta della vincitrice Esimit: «Sono ritornati sul campo di regata – precisa – seguiti da una moltitudine di gommoni che hanno provocato un moto ondoso molto fastidioso». Sulla stessa lunghezza d’onda, è proprio il caso di dirlo, si pone Marco Perosa, giunto al traguardo a bordo di “Re nero”, un Ufo 28. «Si poteva evitare quel corteo di barche in coda a Esimit – esclama rammaricato - , proprio mentre tutti gli altri scafi erano ancora impegnati sul campo di regata. La Barcolana rimane comunque una grande festa, alla quale è difficile mancare». Più indietro rispetto al performante Ufo è arrivato Raffaele Scoppa, napoletano trapiantato a Trieste dal 1977 che, a bordo di “Ammuina”, uno Zigurat 916, non manca a questo appuntamento dal 1998. «Abbiamo tagliato il traguardo poco prima delle 15 – spiega - . Prima di ritornare all’ormeggio, però, abbiamo fatto un paio di bordi davanti a piazza Unità per goderci lo spettacolo».

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