Juventus, festa scudetto senza record

TORINO. È stato congedo senza vittoria davanti al pubblico di casa, ma per la Juventus è festa lo stesso. Il Cagliari, con non poca fortuna, le ha imposto il pari, che fa sfumare così la possibilità per Antonio Conte di superare il record di punti (91) stabilito dalla Juve di Fabio Capello nella stagione 2005-06. Un pari che non toglie nulla comunque alla cavalcata bianconera, in una partita che ha confermato, con una buona prestazione, la solidità di impianto (nonostante oggi in campo ci fossero sette riserve) e l’imprinting della mentalità di Conte da due anni a questa parte, cioè cercare sempre la vittoria, in qualsiasi circostanza. Infatti questo ha fatto la Juve: trafitta al 12’ da un gol di Ibarbo, complice l’incertezza di Storari, ma merito assai grande del colombiano, la Juventus ha preso a macinare gioco come suo solito, con Marrone in regia, Isla e Giaccherini agli esterni e Matri-Giovinco punte. E dopo la mezzora, il Cagliari ha cominciato a tremare, prima per una traversa colpita su punizione da Giovinco, poco dopo per una conclusione ravvicinata di Matri, sventata da Agazzi. A inizio ripresa la Juve ha accelerato e al quarto d’ora ha colto il pareggio con Vucinic (tocco facile a porta vuota su torre di testa di Vidal), da poco entrato in campo. per un’altra decina di minuti la Juventus ha spinto per cercare la vittoria, ma poi, distratta dalla festa ormai già iniziata sugli spalti, ha mollato pian piano la presa, lasciando volare via il record di vittorie consecutive e quello possibile di punti totali.
Il tempo di fare la doccia, cambiarsi, e poi è iniziata la festa ufficiale. Ad alzare la coppa capitan Buffon, l’ultimo a salire sul palco allestito al centro dello Stadium, con gli spalti a intonare a squarciagola il più classico dei ’We are the champions’ dei Queens. È Arturo Vidal il simbolo dell’orgoglio bianconero tifoso. Quando è comparso in campo con la bandiera del Cile avvolta sulle spalle per percorrere la passerella che lo portava sul palco della premiazione, lo Stadium è crollato di applausi ed emozione: è stato il momento più vero di una cerimonia un po’ pomposa che ha visto il pubblico assistere composto e comunque partecipativo. Anche Pogba, l’ultimo arrivato e il più giovane, riceve una ovazione superiore perchè ha “bucato” l’immaginario collettivo con le sue prestazioni entusiasmanti. Ma la festa del cuore era stata spesa una settimana fa, con il bagno di folla ai lati del pullman scoperto, per celebrare in città e con la città dal vivo e a caldo l’impresa, centrata poche ore prima. Esaurita l’ufficialità, il terreno di gioco si è trasformato in una specie di happening (con relativo giardino d’infanzia) per i giocatori, che si muovevano in libertà, finalmente rilassati dal punto di vista della carica agonistica.
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