Juventus-Milan, il distacco record per un classico senza precedenti

TORINO
Ci provano, sfoderando la scienza della pretattica e l’arte della psicologia inversa, ma neanche Allegri e Pioli riescono a trasformare questo Juve-Milan in una semplice tappa di campionato. I due allenatori vorrebbero spegnere i fari e abbassare le tensioni di un Classico mai visto prima. Pesano gli 8 punti di distacco, un vantaggio record per i rossoneri che nella loro storia non avevano mai sfidato i bianconeri con questo vantaggio nelle prime 16 giornate di Serie A, mentre il duello vale doppio perché in ballo c’è l’orgoglio tra due rivali ritrovate e la possibilità di determinare i destini della lotta scudetto.
Stasera allo Stadium va in scena la grande occasione: la Juventus cerca una vittoria pesantissima per rilanciarsi e accorciare le distanze, il Milan invece vuole superare un altro test di livello e spedire a -11 i padroni di casa. La posta in palio è notevole e nessuno vuole sbagliare in uno scontro diretto che solo sulla carta sembra indiretto. La squadra di Allegri ha un solo punto dopo 270 minuti e deve fermare avversari che non hanno sbagliato un colpo: la situazione si è ribaltata in Champions, dove i bianconeri hanno debuttato con il facile successo di Malmö e gli uomini di Pioli hanno perso a Liverpool dopo aver sfiorato l’impresa. Le carte, però, si mischiano grazie all’assenza di Ibrahimovic e Giroud nell’attacco milanista. «Zlatan vorrebbe essere Superman - sorride Stefano Pioli - solo che ancora non ci riesce. Però mi fa piacere ritrovare Allegri, un grande allenatore e una persona intelligente: era difficile aspettarsi una Juve in una situazione difficile, ma non siamo favoriti».
La palla viene rimandata subito indietro da Allegri. «Conta più per loro che per noi - dribbla l’allenatore juventino - e il nostro primo bilancio potrà essere fatto alla sosta di novembre: credo che lì saremo in una posizione diversa». Difficile fare peggio di adesso, anche perché i bianconeri stanno trovando un loro equilibrio con questo 4-4-2 variabile dove Cuadrado è un jolly prezioso tra attacco e centrocampo. Anche per questo Allegri pensa di schierare la stessa formazione che ha vinto in Svezia: l’unico cambio sarà Chiellini al posto di Bonucci in difesa («De Ligt deve migliorare, quando è arrivato a Torino qualcuno parlava di di Pallone d’Oro») e Chiesa dovrebbe iniziare dalla panchina. «Non è che prima di Malmö eravamo diventati degli ubriachi scarsi e ora siamo di nuovo dei fenomeni. Ci vuole equilibrio - rilancia Allegri - e solo così si vincono i campionati. I punti quest'anno si perdono in fretta, ma si recuperano altrettanto velocemente».
Il Milan ha sbancato lo Stadium lo scorso 9 maggio (3-0 senza appello) e sogna un bis che nello stesso anno solare non si registra dal 1968. Passato e futuro vanno a braccetto, ma sarà anche una sfida tra difese all’opposto: quella rossonera ha mantenuto la porta inviolata in 7 delle ultime 8 partite di campionato, mentre i bianconeri subiscono gol da 17 partite in Serie A - nessuno nei principali campionati europei ha un primato così negativo - e vogliono interrompere questa abitudine. Sarà la prova della verità dopo esserci riusciti in Champions, mentre in attacco tocca alla coppia Dybala-Morata. L’argentino ha già segnati 5 gol al Milan allo Stadium, ma il prossimo potrebbe essere il più importante e non solo perché c’è un rinnovo contrattuale dietro l’angolo. —
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