La caduta degli dei: flop della Isinbayeva

DAEGU
In copertina sul programma mondiale, sicuro eliminato. La maledizione di Daegu ha colpito anche Elena Isinbayeva, star della giornata e finita fuori dalla corsa al podio dell’asta. Tre episodi avevano solo fatto pensare alla casualità, ma il quarto rafforza i timori che si stanno diffondendo tra gli atleti iscritti ai mondiali: qualcuno avrebbe già chiesto al comitato organizzatore di togliere la sua foto dal programma giornaliero, perchè finora tutti quelli messi in ’prima paginà sono miseramente naufragati. Il primo giorno è toccato all’astista Steve Hooker, che non è neanche riuscito ad arrivare in finale. Poi è stata la volta di Usain Bolt. Due giorni fa in copertina c’era Dayron Robles, cubano che corre i 110 m hs e che è stato squalificato al termine della finale che aveva vinto, per aver ostacolato con la mano il cinese Liu. E adesso la copertina era della bella russa del salto con l’asta. Che in una gara disastrosa, non è riuscita ad andare oltre 4,65 fallendo due volte i 4.80, lasciando prima del terzo tentativo. Il titolo se lo è preso la brasiliana Murer con 4,85, seguita dalla tedesca Strutz con 4,80 e dalla russa Feofanova a 4,75.
Primo titolo iridato per il keniano David Lekuta Rudisha negli 800 metri, ha chiuso a 1’43”91 dominando la gara. Dietro di lui il sudanese Kaki in 1’44”91 e terzo il russo Borzakovskiy in 1’44”49. La piccola isola di Grenada conquista la sua prima medaglia d’oro in una manifestazione mondiale con il giovane Kirani James che ha chiuso i 400 in 44”60, battendo allo sprint il campione di Berlino e olimpico LaShawn Merritt, al rientro dopo una lunga squalifica per doping, beffato negli ultimi metri. Per gli italiani nel triplo, delusione per Simona La Mantia: la campionessa europea indoor è rimasta a sorpresa fuori dalla finale, non andando oltre i 14,06 metri.
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