La Champions si inchina a Messi “manita de Dios” e ammira l’Apoel
ROMA. E’ stata la notte delle meraviglie, quella vissuta mercoledì sera in Champions League. Ai cinque gol di Messi (mai nessuno come lui in Champions, soltanto Altafini e Gerd Muller nella vecchia Coppa dei Campioni) si è aggiunta poi la “storica” (e l’aggettivo stavolta è davvero giustificato) qualificazione ai quarti dell’Apoel Nicosia che ai rigori ha eliminato il Lione.
Ieri la Spagna è letteralmente impazzita per Messi, anche i giornali di Madrid (che non si entusiasmano mai per le imprese del Barcellona) hanno celebrato la Pulce con titoli a effetto: la «Manita de Dios» strillava unanime la stampa sportiva, da Marca a Mundo Deportivo. «Cinque motivi per credere in Dio» titolava El Mundo, «La quinta sinfonia di un Messi dell’altro mondo» diceva Sport, «Mamma mia, che Messi!» (Mundo Deportivo) fino a «Leo, ai tuoi piedi», inchino del madridista Marca.
Quanto all’Apoel, la sua marcia era iniziata ai preliminari battendo il Wisla Cracovia: quindi la vittoria nel girone davanti a Zenit, Porto e Shaktar. E adesso è la prima squadra cipriota ad arrivare ai quarti.
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