La favola dell’Itala San Marco è rivissuta sui volti dei suoi protagonisti sul campo

Un successo la rimpatriata dei protagonisti biancoblù che vent’anni fa conquistarono la promozione in serie D



Le maglie dell'epoca, qualche foto neanche troppo ingiallita, e - d'accordo - qualche capello bianco che spunta. Ma l'amore è quello di allora, e con esso la consapevolezza che poco più di vent’anni fa iniziava una grande storia: quella della compagine isontina più vittoriosa nella storia recente del calcio nostrano.

Ha avuto successo la rimpatriata - ma è solo la prima, assicura il deus ex machina Franco Bonanno - degli "eroi" dell'Itala San Marco Gradisca, della squadra che per prima lastricò l'ascesa verso il pallone che conta, ottenendo dapprima la serie D e poi addirittura la terza serie, quella del calcio professionistico. Si sono ritrovati in tanti, ieri mattina in piazza a Gradisca d'Isonzo, fra ex giocatori, staff tecnico e dirigenziale, tifosi e amici dell'Itala San Marco che nel 1998 conquistò la promozione dall'Eccellenza in un testa a testa con la Sacilese conclusosi con un memorabile spareggio-thrilling sul neutro di Fagagna: 2-1, reti di Pauletto e Cecotti (nel supplementare). La piccola Gradisca iniziò così una favola che sarà lunga oltre un decennio, sui campi del Triveneto e di tutta Italia.

A rimettere tutti assieme lui, l'incontenibile Bonanno, nell'anno del centenario dell'Itala e tre decenni dopo la fusione con la San Marco. «La storia dell'Itala, poi Itala Montiglio, Itala San Marco e infine ISM è lunga e complessa, ma è stata scritta dalle persone - spiega l'ex presidente e oggi presidente del Torneo Rocco -. Non voglio certo mettermi in conflitto con chi ha dato vita ai festeggiamenti per i Cento anni dell'Itala, ma auspico solamente che sia una festa di tutti. Non può e non deve essere affiliata a nessun' altra etichetta o iniziativa, ma alla sola Gradisca» afferma, riferendosi all'eventualità che il Centenario della società Itala sia ospitato nell'ambito del Torneo delle Nazioni. E annuncia un triangolare fra gli "eroi" della storia recente, da svolgersi in "periodo neutro", a metà strada fra i due tornei internazionali, naturalmente al "Colaussi".

«Vorrei organizzare altre due rimpatriate, quella con i giocatori che hanno vinto la serie D e militato per due anni nel professionismo (fra cui il gioiello brasiliano Neto Pereira, ndr) e quella della squadra post rifondazione dell'ISM nel 2010, capace di vincere subito l'Eccellenza».

In piazza Unità, a Gradisca, sono stati in tanti a rispondere all'appello. La maggioranza dei giocatori dell'epoca (impossibile mezionarli tutti, erano capitanati dalla bandiera e canterano Alessandro Peroni e dal difensore Fabio Franti, vero e proprio coordinatore della rimpatriata), i dirigenti, lo staff tecnico, i tifosi. Con un pensiero più che speciale a sgorgare dal cuore per chi non c'è più, a partire da mister Agostino Moretto, dal team manager Ennio Tuni e dal masseur Remigio Deana, rappresentati dalle rispettive signore Marisa, Giosa e Anna. Special guest, i mister che sarebbero arrivati dopo: Giuliano Zoratti, che dell'ISM è ancora la guida tecnica, e Adriano Fedele (assente per evidenti impegni il trainer della Triestina Massimo Pavanel) e lo sponsor dell'epoca BM Services. E ancora il sindaco di allora, Gianni Fabris, l'attuale assessore allo Sport David Cernic, il presidente provinciale Figc Antonio Quarta.

Fra un aneddoto e un bicchiere, anche... un giro sulla giostra che campeggia nella piazza del paese che seppe stupire il calcio triveneto e nazionale. «Questa è la storia di tutti i gradiscani, non certo del sottoscritto - si commuove Bonanno - e spero che possiamo continuare a celebrarla assieme nel corso del 2019. Peccato per qualche assenza o risposta sin troppo tiepida, ma il tempo sa essere sempre galantuomo». —



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