La forza del Belgio contro un’Italia con poca qualità. Conte punterà sul collettivo

È difficile parlare di calcio dopo quello che è successo a Parigi. Ma proprio in Francia si svolgeranno gli Europei del prossimo anno. La paura cresce nonostante le precauzioni e un livello di guardia altissimo. Ieri Coverciano ha accolto gli azzurri – di rientro da Bruxelles dopo la sconfitta (3-1) in amichevole con il Belgio – con le bandiere a mezz’asta in segno di lutto. «Sono fatti gravi – le parole del ct azzurro Antonio Conte – è inutile che facciamo finta di niente. Se si utilizzano situazioni particolari per fare attentati, viene un po’ di paura e timore. Speriamo che questi atti di violenza non abbiamo la meglio su tutto»,
Conte ieri pomeriggio ha fatto svolgere l’allenamento a porte chiuse. Bocche cucite, c’è da riflettere. Il test con la formazione che occupa il primi gradino del ranking Fifa ha messo in luce più difetti che pregi. Martedì a Bologna si gioca contro la Romania. Non è il Belgio di Nainggolan ma guai a sottovalutare l’impegno.
Personalità. È il principale limite degli azzurri. Appena si sono trovati di fronte un avversario di qualità i segni di cedimento sono stati evidenti. Come mai? Troppo pochi i giocatori di livello internazionale di cui Conte dispone. Senza Pirlo il centrocampo perde fantasia, lucidità, velocità di pensiero. A certi livelli un giocatore con queste caratteristiche è fondamentale, fa la differenza. L’Italia non ce l’ha. Marchisio e Parolo sono dei “gregari”, non hanno il carisma per trascinare la squadra. Verratti? Bravo, anzi qualcosa in più di bravo, ma ha caratteristiche diverse da Pirlo. È più centrocampista dell’ex juventino e ha la tendenza a portare troppo palla. Ma è comunque un potenziale top player.
Il punto. Il ct aveva detto che il test di venerdì e quelli in primavera contro Germania e Spagna, ci avrebbero fatto capire qual è la statura dell’Italia. Il primo ha detto che questa squadra ha molto da lavorare. Se le partite durassero un tempo, allora saremo ai vertici del calcio europeo. Ma siccome si gioca per un’ora e mezza, i problemi alla lunga emergono in modo impietoso. Conte ci mette l’anima per far assimilare ai suoi concetti quali intensità, cambio di schemi, concentrazione. Il problema non è che il tecnico non si fa capire è proprio di qualità. Il nostro calcio non esprime grandi talenti, bisogna accontentarsi di ciò che passa il convento. Ecco perché il ct punta sul collettivo e non sulle individualità.
La difesa. Il blocco della Juventus, insuperabile fino a poco tempo fa, non è più lo stesso. Sia Bonucci sia Chiellini hanno perso smalto, lucidità. Commettono errori che il ct non sa spiegare. Darmian e De Sciglio continuano a essere dei giocatori in... embrione. Appena sale il livello diventano “piccoli piccoli”. Devono crescere in fretta, l’Europeo è dietro l’angolo.
La gara di martedì. Contro la Romania, che non ha la statura tecnica del Belgio, Conte farà altri esperimenti. Ci sarà spazio per El Shaarawi e forse cambierà qualcosa in difesa dove potrebbero trovare spazio Barzagli e Astori. Se non ci saranno segnali di miglioramento, il selezionatore, che fino a ieri aveva chiuso le porte per eventuali nuovi ingressi nel gruppo azzurro, dovrà riflettere. E cominciare a cercare in mezzo a quel poco che c’è.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo