La Juventina il giorno dopo Tristezza, rabbia, delusione

Al triplice fischio finale in tanti, tra i giocatori biancorossi, si sono lasciati cadere a terra. Stremati, con le mani sul volto a mascherare tristezza, rabbia, delusione. In tribuna si è vista anche qualche lacrima, di quelle figlie dello sport e della passione, che presto lasceranno il posto a nuovi sorrisi ma oggi fanno male.
La Juventina, sconfitta 1-0 in casa dal Flaibano nello spareggio play-out di Eccellenza, dopo un anno torna in Promozione, retrocessa quando la salvezza sembrava invece davvero alla portata. È stato «l’epilogo più brutto per un anno sofferto», dice Nicola Sepulcri per fotografare la sconfitta il giorno dopo, nel momento in cui probabilmente e comprensibilmente ci sarebbe solo voglia di stare in silenzio e riflettere.
Metabolizzare, soprattutto, la delusione più grande. Contro il Flaibano, bisogna essere onesti, non si è vista una grande Juventina, e il primo ad ammetterlo è proprio il tecnico biancorosso, Sepulcri, che riconosce con sportività i meriti dell’avversario. «In quest’ultima partita i nostri avversari hanno fatto qualcosa in più – spiega l’allenatore della Juventina -, e il risultato ci sta. Noi eravamo bloccati, ho visto una squadra spaventata, mentre il Flaibano ha saputo interpretare meglio la partita, ha giocato il tutto per tutto come doveva fare, costretto a vincere com’era, e ha aggredito il match. Noi eravamo contratti e abbiamo sbagliato qualcosa di troppo».
Si potrebbe poi aggiungere che anche nel match decisivo la Juventina ha pagato la sterilità offensiva, con l’assenza dell’ultimo minuto di Tano che ha tolto un’ulteriore possibile freccia alla faretra goriziana. «Ma non è in questa partita, in fondo, che abbiamo perso l’Eccellenza», dice Sepulcri. Già, perché la salvezza è stata lì, sembrava di poterla toccare, in tutte queste ultime settimane. Sarebbe stata sufficiente una vittoria, pochi punti, per mettersi al riparo da brutte sorprese. E allora il rammarico più grande per la Juventina è la consapevolezza che sarebbe bastato poco per restare nella categoria, e ripartire nella prossima stagione migliorando dove c’era da migliorare, facendo tesoro dell’esperienza maturata. E invece la ripartenza avverrà dalla Promozione.
«Dispiace davvero – ammette Sepulcri -. Sapevamo che avremmo potuto pagare dazio all’inesperienza di molti nostri giocatori, e così è stato. Hanno pesato le assenze in tutta la seconda parte di stagione, che in Eccellenza è quella che pesa, di pedine fondamentali come Popovic, Dornik o Innocenti, senza contare che forse qualcuno dei giocatori su cui avevamo puntato perché facesse la differenza non è riuscito a dare tutto ciò che poteva e che immaginavamo».
È troppo presto, con la ferita che sanguina ancora, per parlare di programmi, ma la Juventina sarà presto chiamata a decidere se ripartire in Promozione ancora dal tecnico che le ha regalato l’Eccellenza, per provarci di nuovo. «Ora è giusto che la società faccia le sue valutazioni – dice con serenità Sepulcri -. Dopo cinque anni assieme tra me e la dirigenza c’è stima reciproca, e non potranno esserci problemi anche nel momento in cui si tratterà di decidere del nostro futuro».—
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