La morte di Eufemia, la mamma di Bruno Bianchi

TRIESTE. E’ mancata la scorsa notte, all’età di 92 anni, Eufemia Rocco Bianchi, la mamma di Bruno Bianchi, il campione di nuoto triestino al quale è dedicata la piscina di Sant’Andrea, così come era dedicata, in precedenza, anche la piscina sulle Rive. Bruno Bianchi, classe 1943, capitano della squadra azzurra di nuoto, fu tra i caduti di Brema, vittima delle tragedia aerea verificatasi il 28 gennaio 1966.
Eufemia Rocco Bianchi fu però duramente toccata anche dalla morte di un altro figlio, Leone, classe 1942, morto tragicamente nel 1993 a causa di un infortunio sul lavoro al Molo Petroli, in porto.
L’anziana donna aveva ancora un nipote, Bruno, e la nuora Anita, vedova di Leone, che appena potevano la visitavano. Non solo: la signora Bianchi, che era originaria di Rovigno, viveva circondata anche dall’affetto della sezione triestina dell’Associazione atleti olimpici e azzurri d’Italia guidata da Marcella Skabar, che non mancava di esserle vicina in ogni circostanza possibile e che ora esprime tutto il proprio cordoglio. Eufemia Rocco Bianchi viveva circondata da numerosi segni che testimoniavano il ricordo dei figli, a iniziare da Bruno, strappato alla vita così giovane e il cui ricordo è concretamente affidato anche al busto realizzato da Romano Zumin e ospitato in piscina.
«Brava ma sfortunata, la signora Bianchi vive con dignità la sua nobile vecchiaia» scrisse il giornalista Dante di Ragogna dopo averla incontrata la scorsa Pasqua. La notte scorsa ci ha lasciato per riunirsi ai figli tanto amati e tanto prematuramente persi. (g.bar.)
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