La rinascita dei toscani grazie alle idee di D’Angelo e alle magie di Moscardelli

L’avversario «La Triestina? Dovremo cercare di vincere contro una squadra molto forte. Se sono arrivati così in alto vuol dire che hanno giocatori bravi e di talento»: le parole sono di Luca D’Angelo, il tecnico del Pisa che ha portato i nerazzurri prima al terzo posto nel girone e ora, dopo aver fatto fuori Carrarese e Arezzo, alla finalissima con gli alabardati. Già la scorsa stagione D’Angelo, subentrando in corsa con la Casertana, aveva disputato un gran girone di ritorno dimostrando di saper lavorare sul materiale a disposizione e migliorarlo. Quest’anno con il Pisa l’inizio era stato un po’ a rilento, in parte anche per un modulo, il 3-5-2, che non aveva mai funzionato a dovere.
Ma a partire dal girone di ritorno, grazie anche a una campagna acquisti impeccabile, il Pisa ha innestato un’altra marcia: sono arrivati la punta Pesenti, il centrocampista Verna, il trequartista Minesso e il difensore Benedetti. Gli arrivi hanno anche permesso a D’Angelo di rimodellare il suo Pisa e proporre un 4-3-1-2 che ha subito ingranato. Il risultato è che il Pisa è imbattuto da 22 partite e l’ultima sconfitta risale al 23 gennaio, quando perse ad Arezzo per un calcio di rigore. Un salto di qualità dovuto anche ad alcune scelte originali del tecnico. Una su tutte quella di aver portato un centrocampista come De Vitis a centrale di difesa.
Mossa che ha permesso all’austriaco Gucher di esprimersi al meglio a centrocampo, mentre Minesso si è rivelato un trequartista perfetto. Nel nutrito parco attaccanti (non particolarmente prolifici però, il migliore è Marconi che solo nei play-off ha raggiunto quota 10), c’è anche la vecchia conoscenza alabardata Moscardelli, che a 39 anni fa ancora la differenza, soprattutto se impiegato in scorci di partita. Insomma una formazione dove non ci sono stelle, ma un gruppo solido, una formazione a cui piace giocare e fare la partita, che proprio per questo concede anche parecchio. Il Pisa però ha qualche pedina acciaccata: Verna è appena rientrato da un brutto infortunio muscolare e sarà in panchina, come il terzino sinistro Liotti, altro acciaccato di lungo corso. E così sulla fascia mancina ci gioca Lisi che in realtà è un’ala, quindi bravo a spingere ma carente in difesa. E più o meno le stesse caratteristiche le ha Birindelli dall’altra parte.
D’Angelo in ogni caso è fiducioso, pur riconoscendo il valore degli alabardati: «La Triestina ha giocato due partite in meno in questi play-off, ma è normale ed è giusto che sia così. Loro sono arrivati secondi e avevano questo vantaggio, ma il fatto di aver superato le difficoltà dei due derby può darci la carica. Aver battuto due squadre forti come Carrarese e Arezzo fa aumentare l’autostima». —
Antonello Rodio
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