La Triestina di Luiso: «Giovane e con grinta»

Il nuovo tecnico: «Con me chi va in campo deve mangiarsi l’erba»
Di Antonello Rodio
Silvano Trieste 10/07/2014 Sede Triestina, presentazione nuovo allenatore Pasquale Luiso
Silvano Trieste 10/07/2014 Sede Triestina, presentazione nuovo allenatore Pasquale Luiso

TRIESTE. «Lo so che come allenatore finora ho fatto ben poco, ma ci sono tanti ex colleghi che hanno avuto delle occasioni e ora io ne ho una davvero grande, in una piazza esigente e importante, per dimostrare di saperlo fare bene».

Pasquale Luiso, 44 anni, al carattere che lo ha sempre contraddistinto, abbina un’apprezzabile umiltà: il “Toro di Sora” è conscio che il suo nome è famoso per il passato da bomber e non ancora per quello che ha fatto in panchina. Ma ora è deciso a farsi conoscere anche come tecnico: «Ho tanto entusiasmo, sono motivatissimo e ringrazio la Triestina per avermi dato questa chance importante. Lo so che il mio curriculum è poca roba: col Sora ho vinto l’Eccellenza con 80 punti nonostante una situazione difficile, ho fatto il corso a Coverciano e lo scorso 28 dicembre mi ha chiamato il Sulmona che stava in pratica smantellando: non c’era una società, non c’erano nemmeno i palloni, sono retrocesso, ma non ho avuto paura di mettermi in discussione. Certo, volevo tentare la Lega Pro, ma per allenare là bisogna avere gli sponsor».

Schietto, parola facile e ficcante, Luiso conserva il carattere visto quando da calciatore incornava in gol tanti palloni. E la stessa grinta sembra voler trasmettere alle sue squadre: «Sia chiaro, con me chi va in campo deve mangiarsi l’erba. E un giocatore non deve avere paura di questo fantastico stadio, se un giovane trema non può giocare a calcio. Voglio una squadra da battaglia, che non significa palla avanti e pedalare. Però i giocatori devono sudare e capire per chi stanno giocando. Moduli? Mi piace il 4-4-2, ma ho giocato in altre maniere, anche il 3-5-2, bisognerà prima vedere la rosa a disposizione e poi adattarsi. E cambiare moduli non sarà un problema».

Già, la rosa. Il “Toro di Sora” confessa di aver firmato senza voler sapere nemmeno i nomi dei giocatori, tanto è il suo entusiasmo, ma è sicuro che il consulente tecnico Pontrelli e la società faranno un buon lavoro. Proprio per questo non se la sente ancora di sbilanciarsi su cosa potrà valere la sua Triestina: «Impossibile fissare adesso degli obiettivi, non conosco nemmeno i giocatori. Ma sia chiaro che i giovani se sono bravi devono giocare e io con i giovani penso di avere un occhio clinico: ai tempi del Vicenza in Coppa delle Coppe, Ambrosini che aveva 20 anni si vedeva che aveva qualcosa in più rispetto agli altri giovani, usciva con me e gli altri che avevano 27 anni, non con i coetanei: significa aver voglia di crescere e apprendere. E così facevo io quando ero ventenne».

Luiso rivela anche che a fare l’allenatore ha cominciato a pensarci quando ancora giocava: «Ero uno che parlava già abbastanza in campo ai compagni, nonostante sia meno consueto per un attaccante pensare a fare il mister rispetto ad altri ruoli. E poi ho avuto come punti di riferimento Guidolin, Reja, Zauli, che curiosamente stanno un po’ tutti da queste parti».

Luiso avrà come vice Stefano Lotti, che è atteso a una stagione molto intensa visto che farà anche il tecnico della Juniores. «Un allenatore locale perché la crescita include anche il territorio» , spiega Mbock, che rivela di aver contattato e incontrato tanti allenatori fino agli ultimi giorni, ma di aver scelto assieme a Pontrelli proprio Luiso, perché è quello che a suo parere, per combattività e spirito di sacrificio, gli è sembrato il più adatto a questa Triestina.

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