L’Africa va all’attacco: Costa d’Avorio e Ghana le punte di diamante

Nei pronostici della vigilia non ci sono tracce di squadre africane. Nessuno le ha indicate tra le favorite, nemmeno tra le sorprese. Niente di niente. Eppure il calcio del terzo millennio avrebbe dovuto vedere l’esplosione del calcio africano. Ricordate il Camerun a Italia ’90 che vinse il suo girone? E poi i talenti che sono emigrati in Europa e hanno fatto fortuna. Tanti.
Ma a livello di nazionale si attende ancora il grande botto. C’è andato vicino il Ghana in Sudafrica. Se non fosse stato per quell’errore dal dischetto di Asamoah Gyan dal dischetto nei quarti di finale contro l’Uruguay sarebbe entrato nella storia come prima squadra africana a conquistare la qualificazione in una semifinale mondiale. Negli anni va rimarcato il fatto che sono cresciuti i tecnici africani ed è finita la ricerca degli allenatori stranieri.
In Brasile sono cinque le nazionali ai nastri di partenza. E quella che sembra più forte è la Costa d’Avorio. Esperta, con personalità e dal tasso tecnico elevato. D’altronde, vuoi mettere gente come Didier Drogba, Yaya Touré e Didier Zokora? Rappresentano la spina dorsale di una squadra che è alla fine di un ciclo, ma che può contare anche sull’estro e sulla velocità di Gervinho, l’attaccante che si è messo in luce in serie A con la Roma. La Costa d’Avorio ha dominato la fase di qualificazione, in Brasile è arrivato in pompa magna. E’ al terzo Mondiale, una generazione talentuosa, ma che rischia di passare alla storia solo per le due finali di coppa d’Africa perse nel 2006 e nel 2012. Tocca a Sabri Lamouchi, ex centrocampista del Parma e della Francia, miscelare l’esperienza degli anziani e le qualità dei più giovani. Qualificazione possibile in un girone con Colombia, Grecia e Giappone.
Sarà il terzo Mondiale di fila per il Ghana. Il girone non è facile (con Germania, Portogallo e Usa), ma la nazionale dei fratelli Ayew è attesa alla consacrazione. La stella è Kevin Prince Boateng, ex Milan, che ha accettato di tornare a vestire al maglia dei Brasiliani d’Africa. Poi, ci sono Badu dell’Udinese e Asamoah della Juve destinato a giocare nel ruolo originario di interno sinistro, non come laterale alla corte di Conte. E poi c’è Asamoah Gyan, il miglior attaccante di sempre che ha voglia di vendicare l’errore dal dischetto nel 2010. Il tecnico è Kwesi Appiah il primo ghanese alla guida del Ghana.
La Nigeria si presenta in Brasile con buone credenziali. Nel 2013 ha vinto la coppa d’Africa ed è alla quinta partecipazione mondiale. Non sono dei pivelli le Super Aquile in cui brilla la stella del laziale Onazi. E, soprattutto, non si hanno notizie di liti sui premi o polemiche tra tribù. Tutto sommato, dietro all’Argentina, se la può giocare con Bosnia e Iran per un posto negli ottavi.
L’Algeria, invece, è l’unica formazione rappresentante del mondo arabo. La gran parte dei 23 convocati da Vahid Halilhodzic ha origini francesi. I limiti evidenti sono sul piano caratteriale e negli ultimi venti metri. Sulla carta sembra l’anello debole nel girone con Belgio, Russia e Corea del Sud. Le Volpi del Deserto hanno vinto due partite nel 1982, in Spagna, alla prima partecipazione. Poi, nemmeno un successo. Nè nel 1986 in messico né nel 2010 in Sud Africa.
Dulcis in fundo il Camerun, la squadra di Samuel Eto’o, il ras dei Leoni Indomabili, l’unico capace di strappare una suite nell’albergo scelto in Brasile. Non ha nulla a che vedere con la squadra che nel 1990 ha sorpreso tutti in Italia. Dipende dagli umori del 33enne attaccante ex Chelsea e la vigilia è stata caratterizzata dalla lite sui premi. I giocatori avevano minacciato di non partire, salvo poi accordarsi proprio prima di salire sull’aereo. E’ al settimo Mondiale, ma il destino nel girone con Brasile, Croazia e Messico sembra segnato. Una curiosità: il ct tedesco Volker Finke ha inserito tra i convocati anche l’attaccante Fabrice Olinga del Zulte Waregem: ha 18 anni ed è il più giovane tra i 736 calciatori iscritti alla fase finale dei Mondiali.
@roccocoletti1
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