“Lega balcanica” per le big dell’Est

La proposta è del Cska Sofia. Il Partizan rilancia: un torneo per club ex Jugoslavia
Partizan Belgrade's Stefan Jovetic of Montenegro (C) fights for the ball between Zrinjski's Toni Sunjic (L) and Marko Basic during their UEFA Cup first qualifying round second leg soccer match in Belgrade August 2, 2007. Partizan was barred from the UEFA Cup last week for crowd violence in which 28 policemen were injured in a fight with supporters during a match with the Bosnian-Croat side Zrinjski. The decision was suspended pending an appeal on August 16. REUTERS/Marko Djurica (SERBIA)
Partizan Belgrade's Stefan Jovetic of Montenegro (C) fights for the ball between Zrinjski's Toni Sunjic (L) and Marko Basic during their UEFA Cup first qualifying round second leg soccer match in Belgrade August 2, 2007. Partizan was barred from the UEFA Cup last week for crowd violence in which 28 policemen were injured in a fight with supporters during a match with the Bosnian-Croat side Zrinjski. The decision was suspended pending an appeal on August 16. REUTERS/Marko Djurica (SERBIA)

BELGRADO. La Jugoslavia, patria di grandi calciatori come Surjak, Stojkovic, Horvat, Vujovic o “Branko” Stankovic, è solo un lontano ricordo. Da anni le sue squadre non riescono a rivaleggiare nelle coppe con i più grandi e ricchi club europei. Anzi, di frequente, sfigurano anche quando gareggiano con compagini di bassa caratura. Stesso discorso per gli altri Paesi della regione, Croazia, Bosnia, Macedonia, ma anche in Bulgaria e Romania la situazione non è rosea.

Troppo modesti gli investimenti, i giocatori migliori appena maggiorenni scappano verso la ricca Europa, il pubblico scarseggia e spesso è formato solo da scomposti e impresentabili hooligan.

La soluzione? Se non si riesce ad andare in Europa attraverso i canali ufficiali, vittoria o buon piazzamento nel campionato nazionale e poi le eliminatorie per le coppe organizzate dall’Uefa, allora si fondi una “Lega balcanica” in proprio. Tra squadre dello stesso calibro e con gli stessi problemi, questa l’idea di fondo, si può pensare a qualcosa di alternativo, magari a una vera e propria Champions League in miniatura riservata ad alcune squadre della regione.

Il progetto della “Balkanska liga” è molto vicino a diventare realtà. Solamente una settimana fa, ospiti nella sede del club bulgaro più titolato, il Cska Sofia, si sono incontrati i rappresentanti di altre storiche compagini della regione, tra cui quelli della Stella Rossa e dello Steaua di Bucarest, già vincitori della Coppa dei campioni.

Dalla riunione è emerso un piano di massima, tratteggiato da Cska e Stella Rossa: istituire un torneo internazionale “balcanico”, aperto anche alla Turchia e alla Grecia, da giocarsi in autunno e primavera contemporaneamente ai turni della Champions League. Quattro gruppi a quattro squadre, poi le fasi a eliminazione diretta e infine semifinali e finale.

Il vincitore, sperano gli organizzatori, potrebbe un giorno staccare un biglietto per la vera Champions, sempre che la Uefa riconosca la validità del nuovo torneo. Secondo gli ideatori della “lega dei Balcani”, il modello dovrebbe rivelarsi stimolante per le tv e gli sponsor, portando preziosi denari nelle casse asfittiche dei club interessati.

Le formazioni che dovrebbero partecipare alla Lega balcanica potrebbero essere Cska, Lokomotiv e Levski Sofia, Steaua, Dinamo Bucarest e il Cluj dalla Romania, Stella Rossa, Partizan e Vojvodina dalla Serbia, le greche Olympiakos, Panathinaikos e Paok e le turche Besiktas, Galatasaray, Fenerbahce. Per ora, mancano all’appello le squadre bosniache, slovene e croate.

Maggiori dettagli sul progetto si conosceranno solamente il prossimo 15 novembre, quando sempre a Sofia i club potrebbero annunciare la fondazione della lega dei Balcani. Ma alcuni dei club indicati come interessati ad aderirvi sembrano averci già ripensato.

Il Partizan Belgrado , per bocca del presidente Dragan Djuric, ha fatto sapere che più che con i club romeni e bulgari, «con cui non abbiamo mai avuto competizioni comuni», più stimolante sarebbe invece organizzare un torneo «con le formazioni di Bosnia, Croazia, Slovenia, con quelli cioè che appartenevano all’ex Jugoslavia con cui ci sono delle rivalità storiche. Una coppa del genere avrebbe allora anche una giustificazione economica».

E la paura d’incidenti tra ultrà di club “nemici”? «Perché i giocatori di basket possono e i calciatori invece no?», ha risposto Dragan Djuric riferendosi alla già esistente “Balkan League” di pallacanestro . Forse perché storicamente la pallacanestro ha dato sempre meno problemi in tema di civile rispetto delle regole, non solo nei Balcani.

Se anche l’ordine pubblico rappresenterà uno scoglio per l’ipotetica Balkan League, lo si saprà il prossimo 15 novembre.

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