L’eroe di giornata: «Nel finale ridevo sotto il casco»

Per Petrucci un risultato storico sulla Ducati vecchia. Valentino: «Dopo la caduta di Marc troppo rilassato»
epa04905414 Second placed Italian Danilo Petrucci of Pramag Racing celebrates on the podium after the MotoGP race of the British Motorcycling Grand Prix at Silverstone race track, Northamptonshire, Britain, 30 August 2015. EPA/TIM KEETON
epa04905414 Second placed Italian Danilo Petrucci of Pramag Racing celebrates on the podium after the MotoGP race of the British Motorcycling Grand Prix at Silverstone race track, Northamptonshire, Britain, 30 August 2015. EPA/TIM KEETON

SILVERSTONE. Alla fine, ridacchiavano tutti. Danilo Petrucci possiede una discreta vis comica; chi lo conosce lo sa, ma la platea della stampa straniera presente alla conferenza dopo gara non aveva mai avuto modo di apprezzarlo, visto che è soltanto la prima volta che il pilota di Terni sale sul podio della MotoGP. Nelle categorie minori non s'è mai visto: viene dalla SuperStock, associata al campionato Superbike.

Però, ordine; onore al merito, ed attenzione alla parole di Valentino Rossi: continua vincere da oltre quindici anni, punta con decisione al decimo titolo ed è riuscito a prevalere su Lorenzo proprio qui a Silverstone, quasi un feudo dello spagnolo. E sull'acqua. E mettendo sotto anche un Marquez di nuovo in forma. Che dire, di Rossi: grande.

«Silverstone è già difficile con il sole. Figuriamoci con la pioggia. E quest'anno di pioggia ne abbiamo vista poca: nessuno ha molti dati per il set-up» ha ricordato Vale. Continuando così: «Però, non mi è dispiaciuta per niente. Fin dal warm-up del mattino ho capito che avremmo avuto qualche chance. Dopo la caduta di Marc, ho commesso un errore: mi sono rilassato; ho creduto che Petrucci fosse ad almeno otto secondi. Quando il tabellone me ne ha indicati quattro, sono rimasto perplesso. Quando i quattro sono diventati tre, ho iniziato a fare qualche conto: quattro giri al termine, tre secondi di vantaggio… non me lo potevo permettere. Però pensavo: non posso rischiare di buttare via tutto: sono punti importanti, per il campionato. E anche: però pure lui avrà qualche timore: sarebbe il suo primo podio… io ho accelerato un po', lui ha mollato un po', e qui siamoa. Danilo mi è simpatico ; volte ci alleniamo assieme, al Ranch, e recentemente mi ha anche battuto. Pazienza. Ma se lo avesse fatto qui, forse non lo avrei più invitato...».

Danilo Petrucci: «l'ho battuto perché ad una curva l'ho sbattuto fuori. Ho pensato: ecco, questo è stato l'ultimo allenamento assieme...qui, quando mi sono trovato alle spalle di Lorenzo e Pedrosa, non sapevo che fare: e chi li aveva mai affrontati, con la possibilità di passarli? Mi chiedevo: come si comporteranno? E chi li conosce? Poi, dentro e via. E quando ho visto che mi avvicinavo al galoppo a Rossi, ho pensato: e adesso? Sono secondo, io che mi sarei leccato le dita per un quinto… All'ultimo giro ho sbagliato tutte le curve. Ma sotto al casco ridevo». (n.b.)

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