L’ex alabardato Petrella «Pronto a sfidare l’Unione»

TRIESTE
Oltre a risultare spesso grande protagonista con le sue funamboliche giocate, Mirco Petrella ha segnato ben 14 reti in due stagioni con la maglia alabardata, prima di passare la scorsa estate a vestire quella del Südtirol. Ma adesso la Triestina si profila proprio come possibile avversaria degli altoatesini nel turno dei play-off che segnerà il debutto per entrambe le due squadre. Impossibile dunque che Mirco non guardi alla possibile sfida da dentro o fuori contro l’Unione con sentimenti molto particolari: è certamente così per chi ha vissuto due annate così intense, che l’hanno portato a sfiorare la promozione in serie B.
Petrella che ne pensa: meglio evitare la Triestina oppure alabardati o Sambenedettese sono uguali?
«Sinceramente a tutt’oggi non stiamo pensando all’avversaria da incontrare il 5 luglio nel secondo turno della fase a gironi dei play-off. L’obiettivo in questo momento è focalizzato esclusivamente su noi stessi, sul nostro lavoro per arrivare al meglio alla partita, indipendentemente dal fatto che sia con la Triestina o con la Sambe. Senza dubbio alcuno sappiamo che sono entrambe delle buone squadre».
Se vi dovesse toccare proprio la Triestina, cosa teme di più degli alabardati?
«Della Triestina di quest’anno ho visto alcune partite. È una squadra bene organizzata, con delle ottime individualità, che hanno aggiunto qualità ad una rosa che già era forte».
Vede questa sfida anche come una possibile rivincita personale nei confronti della Triestina, vista la mancata conferma?
«A me, sinceramente, non piace parlare di rivincite. Le rivalse potrebbero riguardare eventualmente chi non si è trovato a suo agio in un determinato posto e questo non è sicuramente il mio caso. Io a Trieste mi sono trovato benissimo e conservo ottimi ricordi. Se dovessimo giocare contro la Triestina, sarà una partita bellissima».
Il Südtirol con che ambizioni parte in questi play-off?
«Si tratta di un’opportunità da sfruttare al meglio e per questo abbiamo il dovere di crederci e di dare il massimo. Viste le modalità, si tratta di un’occasione più unica che rara». —
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