L’indimenticato Ciano torna per Grido Libero «A Trieste anni d’amore»

TRIESTE . Fra qualche mese compirà 70 anni, abita a San Clemente Reggello, nel fiorentino, ha tre protesi eppure è sempre sul campo a lavorare e a preparare portieri: Luciano Bartolini, toscanaccio con l’Unione nel cuore che ha vissuto sei stagioni tra i pali della Triestina (dal 1976 al 1982) ed è stato preparatore dei portieri alabardati nella promozione in B del 2002, domani sarà a Domio ospite di Grido Libero, la festa della curva Furlan. «I tifosi mi hanno contattato e sarò felicissimo di esserci - racconta Bartolini - Trieste ce l’ho nel cuore, altrimenti non ci sarei stato tanti anni. Anzi, fosse stato per me non mi sarei mai mosso, ma poi la vita ti porta altrove tra famiglia e parenti. Cosa ha di speciale questa città? Non lo so, dico solo che io mi sono sentito amato». Sei anni di serie C di vertice, con un Grezar sempre gremito, non si dimenticano facilmente: «Sono stati anni belli, purtroppo non abbiamo mai vinto e il rammarico resta lo spareggio con il Parma: su quel rimpallo che ha fornito l’assist ad Ancelotti, l’arbitro D’Elia doveva dare palla a due, si sarebbe andati ai penalty e chissà, io ero un para-rigori... Poi la Triestina è stata promossa l’anno dopo, mentre io sono andato a Pescara ho vinto lì il campionato. Il destino ha voluto così». E i ricordi più belli di Bartolini a Trieste? Anche qui tornano i penalty: «Quando abbiamo vinto la Coppa Anglo-Italiana nel 1980 contro il Sutton United: finì ai rigori e parai quello decisivo. E poi una cosa indelebile di quegli anni è che ogni volta che uscivo dal sottopassaggio lo stadio gridava “Ciano Ciano”. Che emozione quegli anni, al Grezar venivano anche 15mila». E poi il ritorno, come preparatore dei portieri: «Fu l’anno della promozione in B, nel 2002. Alla fine di quella stagione accettai le lusinghe della Fiorentina, che poi per le note vicissitudini finì in C2. Comunque sento sempre tanti amici, tifosi o ex compagni di squadra di Trieste. Di tutti i presidenti, la persona più vera e umana è stata Belrosso. Ora per fortuna la Triestina ha Biasin e Milanese, che ho sentito qualche tempo fa per un portiere». Già, perché nonostante l’età e gli acciacchi, Bartolini allena ancora: «Sono ancora in campo e voglio starci. Ho fatto l’allenatore dei giovani da varie parti, l’ultima stagione ho lavorato con la prima squadra del Pratovecchio e siamo stati promossi in Eccellenza. Il ruolo dei portieri è cambiato con gli anni: quello di oggi sarebbe stato pane per i miei denti visto che ero bravo con i piedi. A Trieste contro la Cremonese anticipai un avversario e poi me ne andai a tirare in porta. Un nome buono? David Vestri, è del 1998, è bravo, è alto solo 178 cm ma le palle alte le prende».
Riproduzione riservata © Il Piccolo