L’Italsoftball regina d’Europa con la ronchese Gasparotto

C’è la firma della giocatrice bisiaca sul successo delle azzurre nella finale contro l’Olanda a Ostava. Vendicata la sconfitta subita nella prima fase



L'Italia del sofball nella finale supera l'Olanda per 3 a 2 e diventa campione d'Europa.

Le azzurre sono tornate in vetta a 4 anni di distanza dall’ultimo successo del 2015 ed hanno portato il loro bottino di allori continentali a 11, diventando in questo modo lo sport di squadra italiano più titolato di sempre e distanziando nuovamente le storiche rivali dell’Olanda, ferme a quota 10.

La squadra di Obletter chiude l’Europeo di Ostrava così come lo ha iniziato, martellando senza sosta l’avversario di turno, che si chiamasse Turchia o, come nella finale, Olanda e corona con merito un cammino che l’ha vista protagonista in tutta la settimana ceca.

A decidere la finale sono i fuoricampo della ronchese Marta Gasparotto, che firma il pareggio e si dimostra colonna portante di questa formazione, e di Laura Vigna che regala i 2 punti della vittoria. Ma come l’Italia abbia meritato questo nuovo titolo continentale lo dicono chiaramente i numeri, da qualsiasi lato si guardino, attacco o difesa.

Le azzurre sono la squadra con più vittorie per manifesta nel torneo (10), che ha infranto tutti i record della manifestazione in attacco con 126 punti segnati, 40 fuoricampo, con ben 8 giocatrici diverse, e 135 valide toccate. La miglior pedana di lancio che si è fermata a 1.00 di media pgl, una difesa caduta in errore solo 6 volte.

Senza parlare delle prestazioni dei singoli, su tutti il capitano Erika Piancastelli, miglior fuoricampista (10) e produttrice di punti (21), o la “veterana” Greta Cecchetti, alla sua settima partecipazione ad un Europeo, capace di chiudere il torneo con 5 vittorie personali, il record di strikeout nel torneo (57) e con la soddisfazione di aver firmato un perfect game contro la Francia.

L’Italia assemblata dal manager Enrico Obletter è però una squadra compatta, un gruppo che ha mostrato carattere, aggressività, voglia di vincere e consapevolezza nei propri mezzi, il giusto mix tra giocatrici d’esperienza e giovani.

Una squadra scesa in campo sempre senza paura, capace di mettere in crisi gli avversari con tutti gli spot del proprio lineup e che proprio in finale ha dimostrato che l’unico stop avuto nell’Europeo, con l’Olanda nella prima sfida della seconda fase, sia stato solo un incidente di percorso figlio di una situazione particolare dove alla stanchezza della terza partita impegnativa nell’arco della giornata si era unita la preoccupazione, forse anche inconscia, sulle condizioni del proprio capitano e sul proseguo o meno del suo torneo.

Ma la capacità delle azzurre di resettare tutto nel giro di una notte e ripartire a “bombardare” il malcapitato avversario di turno, pur alzandosi il livello tecnico delle partite, è stata senza dubbio la chiave che ha permesso di riportare in Italia il titolo europeo e la finale né è la testimonianza più palese.

A Ronchi dei Legionari, dove Marta Gasparotto è cresciuta agonisticamente, fa quindi ritorno un titolo di quelli che decisamente contano. —



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