Livello più alto senza gli under, ora l’Unione può colmare il gap

TRIESTE. Come mai quest’anno il livello del campionato di serie C si è alzato in maniera così evidente? Perché c’è meno equilibrio e si è creato un solco più ampio rispetto agli scorsi anni tra prime della classe e la coda del gruppo? E ancora per quale motivo una Triestina che lo scorso anno era al vertice, quest’anno staziona a metà classifica? Sono tutte domande che legittimamente si fanno non solo gli addetti ai lavori, ma anche i tifosi. Naturalmente ogni quesito una risposta esatta non ce l’ha, perché subentrano una complessa serie di componenti.
Ma forse una delle chiavi per capire cos’è successo, sta nell’abolizione della regola che fino allo scorso anno costringeva le squadre ad avere in rosa un massimo di 14 giocatori over, mentre la parte rimanente del roster doveva essere completato da giovani o giocatori bandiera. Era una limitazione di non poco conto, che aveva costretto le società a giochi di prestigio per scovare i 14 over su cui puntare e poi trovare giovani validi per completare la rosa.
Senza quella regola, sul mercato si è aperta una più ampia fetta di giocatori esperti e di valore, che navigavano spesso tra B e C, dalle quali le squadre che vanno per la maggiore hanno potuto attingere, senza fare tanti calcoli. Ed è ovvio che di questa libertà ne abbiano beneficiato soprattutto le società dotate di un budget maggiore, e che le piazze più prestigiose siano state le preferite nelle scelte dei giocatori. Che il livello si sia alzato vertiginosamente lo dicono le cifre. La capolista di quest’anno, il Vicenza, ha 7 punti in più rispetto al Pordenone dello scorso anno dopo 24 giornate.
Punteggi altissimi anche negli altri gironi, con Monza a 59 e Reggina a 56. Ma non è solo questione di capoliste, bensì del solco enorme che si è creato tra il plotone delle migliori e il gruppo di fondo classifica, a scapito dell’equilibrio generale: lo scorso anno, a questo punto della stagione, tra la quarta in classifica (all’epoca la Feralpi con 37 punti) e la quartultima (un gruppetto a pari merito a quota 24), c’erano appena 13 punti. In questo campionato siamo quasi al doppio perché tra il Sudtirol quarto a 45 punti e l’Imolese quartultima a 22, ci sono ben 23 punti di distacco (e nel girone C il divario è addirittura di 29 punti).
Ma perché, allora, non ha beneficiato anche la Triestina della nuova regola? Forse in questo inghippo ci sono cascati un po’ tutti, società e addetti ai lavori, ritenendo che la compagine dello scorso anno, ritenuta già al top, necessitasse solo di lievi aggiustamenti e non di rinforzi importanti come hanno fatto altre società. Ma a parte che sono molte le cose che non sono girate finora per il verso giusto, allora una chiave parziale potrebbe essere proprio quella della sopravvalutazione iniziale, nel senso che la Triestina da vertice dello scorsa stagione, quest’anno vale al momento solo la metà classifica perché non ha fatto il salto di qualità di cui sono state capaci tante altre squadre.
Lo dimostra il fatto che in questo campionato spesso l’Unione ha vinto con chi la seguiva e ha perso con chi la precedeva, rispecchiando in qualche modo il suo valore. Vedremo se il restyling di gennaio avrà colmato questo gap.
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