Lodi si presenta: «Ho scelto l’Unione perché voglio ancora traguardi importanti»
“Ciccio” confessa: «Inizialmente pensavo a un ingaggio in B ma ho avvertito la fiducia di Milanese e il fascino della città»

La presentazione di Lodi all'Unione (Lasorte)
Allianz e Triestina presentano le new entry Washington e Lodi
TRIESTE «Se non avessi avuto grandi motivazioni nel venire a Trieste, avrei scelto una destinazione più consona per la mia famiglia, che invece mi seguirà da Catania, a 1400 km di distanza». Con una sola frase, Francesco Lodi spazza via i dubbi dei pochi scettici fra i tifosi, quelli che si chiedevano con che spirito arriva in alabardato uno con tanti anni di serie A nel suo curriculum. «Ciccio» invece è già pronto a diventare un beniamino del popolo alabardato.
Lodi, cosa l’ha convinta a venire alla Triestina?
Avevo deciso di salire in B, ma la chiamata di Milanese ha avuto la forza di convincermi: ho percepito una grande voglia di prendermi e quando sento questa fiducia, per me la parola vale più di una firma.
A chi si chiede con che motivazioni arriva a Trieste un giocatore con un curriculum così prestigioso, cosa risponde?
Imparerete a conoscermi, sono schietto e non mi piace fare il ruffiano. Le motivazioni sono tante, per me stesso e per la società che ha fatto un grande sforzo. Altrimenti avrei scelto una soluzione più comoda, e me ne stavo a casa beato e tranquillo. Ma ho ancora tanto da dare, mi sento giovane, e poi è un grande piacere giocare in una piazza che vive di calcio e in uno stadio così.
Può ancora dire la sua la Triestina in questo campionato?
Niente ci è precluso, due anni fa il Cosenza è stato promosso arrivando quinto. Ai play-off bisogna arrivarci carichi e con la testa giusta, poi la differenza la fanno i piccoli dettagli. Io qui voglio conquistare qualcosa di importante. Se non sarà quest’anno, sarà quello dopo, ma mi auguro che già in questo possiamo scrivere una pagina importante.
Questa piazza infatti aspetta da tanti anni il grande salto.
Vorrei ripagare la fiducia della città sul campo, mettendomi a disposizione del mister e dei compagni. Sono un giocatore come loro, il passato è passato. La mia forza è stata sempre nel parlare tanto, perché a centrocampo si vedono tutte le giocate. Sono a loro disposizione, anche dei più giovani.
Il primo impatto con Trieste e la squadra?
Della città me ne hanno parlato tutti bene, anche gente fuori dal calcio, ma non avevo bisogno dei giudizi degli altri. Le mie scelte sono a pelle, e oggi ho avuto una sensazione positiva da città, società, dirigenza, mister e compagni. Sono sensazioni importanti, cose già percepite in serie A che ora ho sentito anche qua.
L’impressione del primo allenamento?
Negli allenamenti si costruiscono vittorie e futuro: io ho visto una squadra che si mette a disposizione dell’allenatore e dei propri compagni. E se ci sono un gruppo sano e una concorrenza leale questo fa solo bene alla squadra.
Conosceva già Gautieri?
A parte che è napoletano anche lui, lo conoscevo dai tempi dell’Empoli. Abbiamo fatto una chiacchierata, ora sta a me mettere in pratica ciò che vuole. Ma da solo non posso fare niente, serve l’aiuto dei compagni. Solo pochi giocatori fanno vincere da soli, Messi, Ronaldo e Maradona. Non mi sento neanche un minimo di questi campioni, quindi mi metto a disposizione e ascolto tutti.
Una dozzina di anni fa, Triestina-Frosinone finì con gol di Granoche da una parte e una sua doppietta su rigore dall’altra: se la ricorda?
È passato tanto tempo, me n’ero quasi dimenticato. Pablo da attaccante vive per il gol, mi auguro che già contro la Samb la metta dentro. Conta quello e contano le vittorie, e vogliamo iniziare con il piede giusto.
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