Lotti: «Tra molte difficoltà i giovani sono cresciuti»

TRIESTE. In serie D, come sempre, sarà fondamentale avere una nutrita pattuglia di under validi nella rosa.
Argomento ancora mai affrontato dalla nuova proprietà della Triestina e problema che nemmeno il folto plotoncino di stranieri in prova potrà risolvere, visto che si tratta in gran parte di giocatori oltre la soglia di età.
Stefano Lotti, che oltre ad aver allenato gli stranieri per una settimana, per un anno è stato sulla panchina della formazione Juniores e fatto crescere i giovani, assicura che c’è almeno un baby alabardato già pronto al salto in serie D: «Va premesso che per tutto l’anno abbiamo lavorato con una squadra abbastanza giovane, con molti nati nel 1997 interessanti per il futuro della società, ma che ovviamente non sono ancora pronti alla serie D pur avendo potenzialità importanti. Per quanto riguarda i ragazzi del 1996, credo che almeno Riccardo Nuzzi possa fare tranquillamente il salto di qualità e stare stabilmente nel gruppo della prima squadra, visto che ha lavorato bene e ha avuto un miglioramento notevole da inizio anno».
Una stagione, quella degli Juniores, della quale Lotti traccia comunque un bilancio soddisfacente.
«Bisogna ricordare che siamo partiti fra tante difficoltà e con Schiraldi che ha messo su tutto in una quindicina di giorni: tutto sommato, quindi, non abbiamo affatto demeritato e non abbiamo sfigurato con nessuno. Abbiamo fatto vedere che ci siamo e soprattutto c’è stato un miglioramento costante dall’inizio dell’anno, e la crescita dei ragazzi è ovviamente l’obiettivo più importante».
Proprio per questo, Lotti auspica che la nuova proprietà confermi quello che ha sostenuto a parola, ovvero di puntare molto sul settore giovanile. «Lo spero davvero, soprattutto adesso che abbiamo riconquistato le categorie regionali che era un obiettivo prioritario ma anche ambizioso di questa stagione. Bisogna crederci perché a mio parere Trieste offre tanto materiale sul quale lavorare: purtroppo tanti ragazzi molto validi negli anni precedenti sono andati via, e basta citare alcuni casi come ad esempio quelli di Axel Gulin e Demetrio Steffè, per capire che le potenzialità della città in realtà sono moltissime».
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