L’Udinese senza punte regge il confronto contro lo Schalke 04

UDINE. Se test-Champions doveva essere, quello di ieri a Klagenfurt contro lo Schalke 04 si è rivelato invece per l’Udinese un semplice galoppo d’allenamento contro un avversario impegnato come i friulani a trovare la giusta chimica di squadra in vista dell’Europa e del campionato. Ne è così scaturito uno 0-0 specchio fedele di una gara nella quale le due squadre hanno cercato appunto più l’affinamento degli schemi che la porta avversaria, con la conseguenza che i due portieri si sono ritrovati impegnati, e neppure troppo severamente, solo in un paio di occasioni nell’arco dei novanta minuti.
Privo di entrambe le punte titolari Di Natale, rientrato solo da pochi giorni nei ranghi dopo il permesso post-Europei, e Muriel, affaticato, e dello stesso Barreto, lui pure acciaccato, Guidolin, nell’ormai classico 3-5-1-1, ha offerto così una chance a Ighalo, supportato sulla trequarti da Maicosuel, preferendo però nella ripresa rinunciare all’evanescente attaccante nigeriano oltrechè al mastino Willians, leggermente infortunatosi nella prima frazione, per inserire Faraoni e Pereyra. I toni accademici della gara, pure se alterati nel finale da qualche rudezza, non hanno offerto comunque riscontri concreti sulle effettive potenzialità attuali dell’Udinese a meno di venti giorni dal preliminare di Champions contro l’avversario che uscirà venerdì dall’urna svizzera di Nyon.
Sicurezza offre comunque, davanti al portiere Brkic, che ha raccolto la pesante eredità di Handanovic, il confermato trio difensivo Benatia-Danilo-Domizzi, mentre molto c’è da lavorare in una zona mediana dove i brasiliani Allan e Willians non paiono ancora in grado di compensare il vuoto lasciato da Asamoah e Isla. Contro gli azzurri di Gelsenkirchen, tra i quali ha giocato nella ripresa l’ex milanista Huntelaar, Guidolin ha comunque insistito fino in fondo o quasi su quella che considera l’asse portante della squadra, con Basta e Armero a spingere sulle fasce, mentre i centrocampisti Faraoni e Pereyra hanno avuto il compito d’inserirsi centralmente in assenza appunto di attaccanti di ruolo. «C’è da lavorare ancora – ha confermato a fine gara Benatia – ma siamo sulla buona strada e contro un avversario da Champions come lo Schalke l’abbiamo dimostrato. Prova ne sia che la difesa non ha sofferto e Brkic è stato poco o nulla impegnato. Abbiamo anche evidenziato una discreta intesa in mezzo al campo e questo è secondo me confortante in vista del prossimo preliminare europeo».
Edi Fabris
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