Ma lo stadio ormai non è più da serie A

TRIESTE. Un anno fa il Rocco ha ospitato l’Inter. Un anno fa il Rocco ha festeggiato lo scudetto della Juve. Il Cagliari ha portato il grande calcio in un città che calcisticamente era sull’orlo del baratro. Ma nell’ultimo anno nel baratro la Triestina, e in parte lo stadio Rocco, ci è finita.
Quando lo staff del Cagliari nella primavera 2012 era arrivato a Trieste per la tradizionale verifica di impianto e strutture si era trovato di fronte un’organizzazione, giuridicamente governata dall’esercizio provvisorio gestito dal curatore fallimentare Giovanni Turazza, di una società professionistica. Lo stadio Nereo Rocco era a norma perché ospitava partite di LegaPro: tornelli messi in funzione ogni due settimane, il campo utilizzato (anche troppo) per gli allenamenti, impianto di videosorveglianza almeno parzialmente operativo.
Oggi la situazione è decisamente diversa con la rinata Triestina in Eccellenza. Il Rocco, che ospita le partite e qualche rara rifinitura del sabato, per il calcio è quasi spento. Ieri un esperto incaricato dalla Lega (ma c’era anche un emissario dell’Inter) ha verificato lo stato del manto erboso. Gli irriducibili che seguono la Triestina sanno che la fascia centrale delle due aree è ridotta a sabbie mobili. E non è un caso che quelle zone siano state rizollate proprio un anno fa dal Cagliari. Quello del manto erboso è il problema minore (anche se l’Inter non è dello stesso avviso). In un giorno si possono riassestare le aree di rigore.
Ma il problema è che riaprire l’impianto per un match di professionisti comporta riavviare tutta una struttura (pulizie comprese) che l’attuale Unione ha giustamente chiesto di declassare a una capienza di 7.000 persone.
Ma soprattutto gli ospiti del Rocco non hanno più a disposizione lo staff dell’ex Triestina guidato dall’esperienza dell’ex dg Cernaz, una sede attrezzata, tre magazzinieri che conoscono tutti i “segreti” dello stadio.Stadio che peraltro all’interno dimostra più dei suoi vent’anni (sala stampa non riscaldata ecc.). Insomma, senza una società tra i pro e senza un restyling il Rocco resta una “perla” solo nell’immaginario collettivo. E di sogni non si vive. (ci.es.)
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