«Ma quanti nodi ci sono? Zero...»

Nel bosco di alberi alla partenza alla ricerca di un refolo

TRIESTE. «Quanti nodi di vento ci sono?» «Zero...» rispondono da bordo di Goofy, un Ufo. «Allora, qua ho un nodo, qua ce n’è un altro... E se vuoi ne posso fare pure un terzo, di nodo» scherzano a bordo di un’altra barca, nel bosco di alberi che è, anno dopo anno, la linea di partenza della Barcolana.

Gli iscritti sono 1878, l’ultimo arrivava da Venezia e ha telefonato alla Velica di Barcola e Grignano sabato a tarda sera: «Aspettetemi, mi voglio iscrivere anch’io». Gli iscritti sono 1878 e 1878, dunque, sono le barche allineate qua, alla ricerca del vento che non c’è, giocando fino all’ultimo con il motore per sfruttare anche il minimo abbrivio.

«Quanti nodi di vento ci sono?» La domanda si rincorre nel tam-tam dei tweet o di whatsapp, sui siti specializzati e nelle pagine facebook. E la risposta è sempre la stessa, sconsolata. Zero vento e invece qualche goccia di pioggia, ma solo qualche goccia. Quasi neanche accorgersene.

E allora è mezzogiorno quando dall’organizzazione annunciano. Percorso accorciato, anzi meglio sarebbe dire tagliato di brutto. Si arriva alla prima boa e stop. E in quel momento anche arrivare alla prima boa sembra un’impresa impossibile. Ce la facciamo? Sì, dài che ce la facciamo. Alle 12.38 Esimit Europa 2 mette la prua davanti a tutti. Poi, in un fazzoletto di minuti, Illyteca, Jena e TuttaTrieste, e tra queste ultime due è perfino difficile capire chi mette il muso davanti. Due ore e 30 minuti di nulla. Ma gli ultimi minuti sono stati spettacolo puro. (g.bar.)

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