Mangia la banana contro il razzismo, appoggio mondiale a Alves

ROMA. Un semplice gesto, condito da un po’ d'ironia, ha fatto più di decenni di iniziative e dibattiti sul razzismo nel calcio. Il razzismo è un problema mondiale, «non certo solo della Spagna» come ha tenuto a sottolineare Pep Guardiola parlando alla vigilia di Bayern-Real. Ma con un semplice morso a una banana Dani Alves, terzino brasiliano del Barcellona ha reso l'antirazzismo ancora più globale. «Siamo tutti Dani Alves», il grido lanciato da Spagna e Brasile. «Siamo tutti scimmie» è invece lo slogan lanciato da un altro brasiliano del Barcellona, Neymar.
E la campagna a sostegno di Alves è subito diventata virale, fino alla presidente del Brasile Dilma Rousseff e a Renzi e Prandelli. Tutto è partito da un piccolo gesto, l’altra sera, durante Villareal-Barcellona: quel prendere dal prato la banana che gli era appena stata lanciata dagli spalti e il mangiarla prima di battere un calcio d'angolo, come risposta ai razzisti che nello stadio del Villarreal avevano ripetutto un gesto troppe volte visto, ha dato il via a un movimento mondiale, via social network. Al punto che in Brasile prima Tv Globo e poi praticamente tutti i media propongono che il gesto di mangiare una banana diventi uno dei manifesti dell'imminente Mondiale.
Intanto milioni di anonimi tifosi hanno aderito inviando la loro immagine con in mano, o mentre mangiano, una banana. È sceso in campo anche il premier tifoso viola Matteo Renzi, che ricevendoieri Prandelli e i vertici della Figc a Palazzo Chigi ha voluto anche lui aderire alla campagna della banana: insieme al ct si è lasciato fotografare mentre la mangiava anche lui. Il ct del Brasile, Luiz Felipe Scolari, ha aderito ammonendo però che «non bisogna mai dare visibilità ai razzisti».
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