Maurizio Lombardo: «Lo stile Juventus un valore aggiunto»

Parla il triestino segretario generale del club campione d’Italia In Regione la consegna di un riconoscimento ufficiale

TRIESTE. Da quando è arrivato alla Juventus, nel 2011, Maurizio Lombardo ha collezionato uno scudetto dopo l’altro. Il primo venendo a vincerlo proprio nella sua Trieste, all’epoca (lo ricordate?) “casa” del Cagliari rimasto senza stadio. Della Juve Lombardo (43 anni, primi passi da manager del calcio all’Unione di Amilcare Berti, quindi tre anni al Brescia prima del grande salto in bianconero) è segretario generale.

Maurizio Lombardo è stato ieri ricevuto, nella sua Trieste, dalla presidente della Regione Deborah Serracchiani che gli ha consegnato un riconoscimento per la brillante carriera svolta in ambiente sportivo: «Ci sono persone, come il triestino Maurizio Lombardo, che hanno avuto la capacità di farsi strada con successo, rappresentando in pieno i valori positivi della nostra regione» ha commentato la presidente Serracchiani, che da parte sua ha ricevuto in omaggio dall’ospite una maglietta della Juve personalizzata e un pallone con le firme di tutti i calciatori, con il quale la governatrice (peraltro tifosa dichiarata della Roma) si è anche simpaticamente esibita in qualche abile palleggio nel salone davanti al proprio studio.

Maurizio Lombardo: «Stile Juve, ovvero la ricerca del meglio»
Maurizio Lombardo ed Ezio Peruzzo


Maurizio Lombardo, lei dal 2011 è segretario generale della Juventus, società alla quale è unanimamente riconosciuto uno stile unico nel mondo del calcio italiano.

Ed è proprio così. Alla Juventus respiri continuamente la profondità della storia di questa società, lo stile del club che è lo stile della famiglia Agnelli. E allora ecco che lo stile Juventus, il senso di appartenenza al club, è davvero il valore aggiunto di questa società. Non solo: anche dopo tutti questi anni mi emoziona pensare che i grandi campioni con i quali ho avuto e ho l’opportunità di lavorare sono personaggi che hanno scritto la storia del calcio non solo italiano.

Da quando lei è arrivato in bianconero la Juventus ha vinto sei scudetti consecutivi.

E il primo tricolore lo abbiamo vinto proprio qua, nella mia Trieste. Per me, una soddisfazione doppia!

Ma come si fa a trovare sempre nuovi stimoli dopo aver vinto tutto in Italia?

Il nostro presidente Andrea Agnelli ci sprona dicendo che la vittoria più importante è la prossima. Insomma, non c’è mai il tempo nemmeno per godersi un successo che già ci si deve tuffare nuovamente nel lavoro per preparare l’appuntamento successivo. Così come all’indomani delle due sfortunate finali di Champions, a Berlino e a Cardiff, l’unico pensiero era quello di rialzarsi immediatamente per preparare le nuove sfide.

Questa stagione non è iniziata benissimo: il 6-2 messo a segno domenica a Udine può rappresentare la svolta nel campionato della Juventus?

Io non credo che questa stagione sia iniziata poi così male come dite. Può capitare in avvio che qualcosa non vada per il verso giusto. Certo, comunque, che poi a Udine è andata anche meglio di quanto speravamo...

La Juventus è tra le non molte società professionistiche che hanno aderito all’invito della Federcalcio a creare una propria squadra femminile. E uno dei vostri punti di forza è una calciatrice triestina, Sara Gama.

In realtà la Juventus aveva già da alcuni anni aperto un vivaio femminile. Quest’anno abbiamo lanciato anche la prima squadra acquisendo il diritto a giocare la serie A dal Cuneo e devo dire che in società siamo molto soddisfatti: tra l’altro registriamo che alle partite casalinghe che si giocano a Vinovo il pubblico è davvero molto numeroso, superiore a tutte le aspettative.

La Triestina, la società nella quale lei aveva mosso i primi passi da dirigente lasciandola una decina di anni fa, ha finalmente ritrovato un palcoscenico che conta, la serie C.

Sì, io mi sono formato nell’Unione guidata da Amilcare Berti. A Trieste sono nato e cresciuto, Trieste è la mia città: sono davvero contento che la Triestina sia finalmente tornata in un campionato comunque importante quale è la serie C. Mauro Milanese è stato ammirevole affrontando i problemi che aveva di fronte direttamente e ottenendo subito un importante risultato quale è stato appunto il ritorno sul palcoscenico del calcio professionistico. A lui deve andare un grande in bocca al lupo!

GuidoBarella. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

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