Michela e l’orgoglio tricolore del bisnonno Girardengo

dall'inviato

FRASCATI. Villaggio di partenza a Orbetello, lato laguna di Ponente con l’Argentario sullo sfondo, il tempo finalmente è bello. C’è vento. I superbus delle squadre si allineano, arrivano le ammiraglie cariche di bici. Ognuna costa più di 10 mila euro ed è un concentrato di tecnologia, con i freni a disco ormai dilaganti. Il peso? C’è voluta una norma dell’Uci a imporre quello minimo: 6,8 kg. In questo futur-ciclismo ecco tre figure d’altri tempi. Infocano bici da corsa e vestono abbigliamento ciclistico anni Venti. Michela Moretti ha 40 anni. Di professione fa l’avvocato. Di quelli bravi dicono. Abita a Novi Ligure, la città del primo Campionissimo, Costante Girardengo. Professionista dal 1912 al 1936, due Giri, 6 Sanremo, 3 Lombardia. E un record ineguagliabile: 9 maglie tricolori in bacheca. «È bello girare l’Italia con la corsa rosa e ricordare la memoria del mio bisnonno, le 9 maglie tricolori erano il suo orgoglio. Per questo la sua figura è ancora attuale, ora che il tricolore viene spesso bistrattato». Michela è la pronipote di Girardengo. Ha una vitalità incredibile. Da anni organizza il Giro d’Italia per bici d’epoca, è innamorata del ciclismo e del bisnonno. «Me l’hanno raccontato nonno Luciano e mamma Costanza. Nato nel 1893, è morto nel 1978 quando avevo appena sei mesi. Ma riuscì a tenermi in braccio, lo voleva fortemente perché ero la prima nipote femmina». Inforca una bici del Campionissimo, una Wolsit da 18 kg, tre volte il peso di quelle attuali. «Fu l’antesignana della Legnano, guardi il colore verde-oliva è lo stesso delle bici di Bartali», ci dice. Girardengo era un mito all’epoca, strapagato per correre. «Sì, ha fatto ricca la sua famiglia ma anche i suoi gregari. Era orgoglioso di aver aiutato tutti a trovare un lavoro e a costruirsi la casa». La prossima settimana una tappa, per ricordare il centenario della nascita di Fausto Coppi, anch’egli di Novi, arriverà in città. «Ma il primo Campionissimo fu mio bisnonno», sorride. Non conosce Francesco De Gregori, che al nonno ha dedicato Il bandito e il campione. «Mi piacerebbe incontrarlo, quella canzone è bellissima», continua. Il ciclismo di oggi? «Tifo per Nibali e Viviani», confessa. Ovvio, uno il tricolore l’ha vinto due volte, l’altro lo indossa con orgoglio. Come nonno Costante, il primo Campionissimo. —

A.S.

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