Mihajlovic a Milanello Ma con Inzaghi l’addio è una rottura

Nel primo giorno di Sinisa in rossonero Pippo denuncia «Rimangono l’amarezza e delusione di un’opportunità negata»
AC Milan's coach Filippo Inzaghi waves prior the Italian Serie A soccer match Atalanta BC vs AC Milan at Atleti Azzurri d'Italia stadium in Bergamo, Italy, 30 May 2015..ANSA/PAOLO MAGNI
AC Milan's coach Filippo Inzaghi waves prior the Italian Serie A soccer match Atalanta BC vs AC Milan at Atleti Azzurri d'Italia stadium in Bergamo, Italy, 30 May 2015..ANSA/PAOLO MAGNI

MILANO. Pippo Inzaghi dice addio al Milan, una rottura che si consuma attraverso l'esonero e un freddo comunicato di poche righe: «L'Ac Milan comunica di aver esonerato l'allenatore della prima squadra Filippo Inzaghi che ringrazia per l'opera svolta». Adesso è anche ufficiale. Al suo posto, Sinisa Mihajlovic. Inzaghi è amareggiato e deluso e lo dice chiaramente. Si incrina così un lungo rapporto tra l'allenatore e la sua squadra, quella che ha portato in alto a suon di gol.

L'annuncio dà così il via alla gestione del tecnico serbo, uomo di grande carisma il cui passato nerazzurro viene oscurato nei brevi cenni biografici di presentazione. Serviva un allenatore di polso, capace di dare una scossa ad un ambiente sottotono, frustrato dall'assenza di risultati. Negli ultimi giorni Galliani ha cercato di trovare un accordo con Pippo Inzaghi con una risoluzione di contratto: il Milan avrebbe versato 600 mila euro di buonuscita a fronte dei 900 mila di ingaggio fino a giugno 2016. Pippo Inzaghi però non ha accettato la proposta, di fatto preferendo l'esonero. L'addio ha il sapore della rottura. L'ex allenatore esprime i suoi sentimenti in un post su Facebook : «Rimangono l'amarezza e la delusione di non aver avuto l'opportunità di continuare, dopo un anno di esperienza sarei stato ancora più carico e consapevole... ma questo è il calcio». C'è un forte rammarico nelle parole di Inzaghi che probabilmente si aspettava maggior riguardo dal club. Negli ultimi mesi le voci su Sarri, le parole dure di Berlusconi che lo ha di fatto delegittimato e infine la missione di Galliani a Madrid per Ancelotti a campionato in corso, sono la fotografia di un rapporto lungo vent'anni ormai giunto all'epilogo.

Il Milan, però, ha già voltato pagina e accolto Mihajlovic prima nella sede del club poi a Milanello. La società farà di tutto per regalare una squadra competitiva al serbo: con Jackson Martinez è ormai fatta, ora si sta lavorando per Ibrahimovic - che è in Qatar per decidere del suo futuro col Psg - e Kondogbia del Monaco. E non è escluso neppure un ritorno di Boateng. Se ne riparlerà nei prossimi giorni o magari già da questa sera in un possibile summit ad Arcore con il presidente Berlusconi e Adriano Galliani.

Mihajlovic è determinato e vuole subito mettersi al lavoro. Ieri ha visitato tutta la struttura di Milanello. Un'importante presa di contatto, durante la quale il tecnico ha espresso chiaramente la sua opinione chiedendo già alcune modifiche che verranno realizzate nelle prossime settimane. Il serbo è determinato è pronto a dare il massimo per il Milan. Perché, come ha dichiarato nei giorni scorsi, non ha più bisogno di nemici e ora guidando quei colori una volta avversari, vuole riportare il rossonero in Europa.

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