Milanetto e Turati parlano spuntano altre gare sospette

CREMONA. Il capitano della Lazio Stefano Mauri per ore davanti al gip per cercare di uscire dal carcere mentre l’ex Genoa Omar Milanetto e il giocatore del Modena Marco Turati (prima al Grosseto) forniscono un contributo che potrebbe ulteriormente ampliare il campo di un’indagine che vede sempre più compromesse anche le società. Il capitano della Lazio è arrivato in tribunale a Cremona a bordo di un furgone della Polizia penitenziaria, con il viso coperto dal cappuccio di una felpa nera. È stato però Milanetto il primo a essere interrogato e ha parlato di altre partite oltre a quella Lazio-Genoa che gli è contestata nell’ordinanza di custodia cautelare che l’ha portato agli arresti tre giorni fa. Turati, invece, ha chiamato in causa direttamente le dirigenze di Grosseto ed Ancona (i direttori sportivi in particolare) che si sarebbero accordate sul risultato. Si capisce perchè i suoi legali, dopo l’interrogatorio davanti al gip Guido Salvini, gli avvocati Francesco Tropenscovino e Marco Campora, pur non entrando nel merito, hanno definito «collaborativo ed esaustivo» l’interrogatorio di Turati e confidano nell’accoglimento della richiesta di revoca della misura cautelare. Il calciatore era accusato di aver taroccato partite del Grosseto e dell’Ancona con la complicità dell’allora compagno di squadra Filippo Carobbio e di aver intrattenuto rapporti con Almir Gegic, il capo del gruppo degli scommettitori degli zingari. Su questo il calciatore è stato categorico: «Mai conosciuto gli zingari».
Milanetto , da parte sua, ha chiarito secondo il suo avvocato, Mattia Grassani, due fatti: la sua conoscenza con il bosniaco Sergio Altic e la riunione a Modena in cui ha incontrato Mauri. Riguardo a queste due circostanze il calciatore, ora in forza al Padova, ha fornito una documentazione di 79 pagine. L’avvocato Grassani ha detto che, invece, Milanetto non è mai stato all’hotel Una Tocq di Milano il 15 maggio del 2011 con gli autori della combine di Lazio-Genoa, come gli è contestato nell’ordinanza di custodia cautelare, perchè «la data e l’ora sono incompatibili». Il giocatore reputa la carcerazione «ingiusta e pesante». Anche lui ha chiesto di tornare in libertà.
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