Motogp, Lorenzo deve tornare sotto i ferri

BERLINO. Ieri, l'intero Mondiale si è schierato. Da un lato, chi sosteneva che, visto ciò che era successo, il Motomondiale ormai era di Pedrosa, e chi invece sosteneva essere sbagliato scartare Marquez. Tutti, però, concordavano su un fatto: il Mondiale, molto probabilmente, Lorenzo lo aveva perso.
E' successo il disastro. Per usare le parole di Rossi, «la cosa peggiore che potesse capitare». Alla curva numero 11, una delle più infide del campionato, la Yamaha, come un torello in un rodeo, ha scalciato lo spagnolo per aria. Lorenzo è ricaduto, battendo sulla stessa spalla che si era fratturato ad Assen. La placca di titanio avvitata all'osso (per facilitare il recupero) si è piegata, producendo nuovi danni. Lorenzo che, in Olanda, 35 ore dopo l'intervento chirurgico, era sceso nuovamente in pista, stavolta ha detto “no”: ha rinunciato al Gp di Germania e, già oggi, sarà operato per sostituire la placca e valutare i danni. Yamaha non accenna alla possibilità che, tra dieci giorni, Jorge possa schierarsi al via del Gran premio degli Stati Uniti. Ma è molto difficile.
«Non so se il campionato, per lui, possa già considerarsi perso» afferma Rossi che, nel breve periodo, sosterrà l'intero peso del confronto con la Honda. «Forse no. Sarà molto, molto difficile recuperare. Però...».
Non solo la caduta di Lorenzo avvantaggia in modo importante Pedrosa e Marquez, ma rivaluta le posizioni di Valentino e Crutchlow in seno alla Yamaha.
Lorenzo ha dovuto alzare bandiera bianca proprio quando Valentino è tornato alla vittoria (a proposito: oggi come oggi Rossi ha accumulato, complessivamente, 4646 punti: che coincidenza) e gli equilibri potrebbero cambiare, all'interno del box.
Per quanto riguarda Crutchlow, allettato da Ducati, se in queste due gare facesse scintille (già quasi le fa) e lo sponsor gli garantisse un contratto generoso, potrebbe rimanere.
E la malefica curva numero 11? «Va cambiata» afferma Rossi. Ed il nuovo telaio Ducati? «Scusate, l'ho rotto» mormora Dovizioso.
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