Nando Gentile: «Sistema da ripensare. Ripartiamo dalla passione e dai vivai»

TRIESTE È entrato di diritto nel ristretto circolo di giocatori che hanno fatto la storia del basket italiano. Una carriera, quella di Nando Gentile, legata a doppio filo a quella di Boscia Tanjevic.
Un tecnico che lo ha fatto esordire a 15 anni nella sua Caserta e poi, una volta arrivato a Trieste, lo ha chiamato alla corte di Stefanel per tornare a vincere. Ha vestito per un solo anno i colori biancorossi ma la stagione 1993/94, con il carico di passione che l'ha accompagnata, è rimasta nel ricordo dei tifosi.
LA STORIA: «Sarà perchè è stata la mia prima esperienza lontano da casa- sottolinea Gentile- ma la stagione vissuta a Trieste, nonostante siano ormai passati più di venticinque anni, la ricordo ancora con affetto. Non è un caso che, quando posso, torno sempre molto volentieri nella vostra città. Mi chiedono spesso se, non ce ne fossimo andati, saremmo riusciti a vincere lo scudetto anche a Chiarbola. Ne sono convinto, arrivai in una squadra che, anno dopo anno, era cresciuta ed era pronta a raccogliere quello che nel tempo aveva seminato. Ma Stefanel ebbe l'occasione di andare a Milano e per un imprenditore come lui il richiamo della piazza fu troppo forte».
IL PRESENTE: Reduce da un campionato sulla panchina della Decò Caserta, in serie A2, Gentile cambierà il suo impegno all'interno della Juve. Non più prima squadra ma un impegno forse ancora più prezioso legato allo sviluppo del vivaio. «Abbiamo un progetto importante sul settore giovanile- conferma Nando- nel corso della prossima stagione vorrei dedicarmi a questo per cercare di dare impulso e nuovo vigore al nostro vivaio».
LA CRISI: Travolto da una crisi economica che nei prossimi mesi farà gravare tutto il suo peso, il mondo del basket si interroga sul suo futuro. Un futuro che, come dimostrano le riflessioni che in questi giorni coinvolgono tante società, non dà nessun tipo di garanzia. La serie A, con i dubbi che Pesaro, Roma, Cremona e Pistoia hanno manifestato vede seriamente a rischio la formula a 18 squadre, una formula che neppure un possibile ripescaggio di società disposte a salire dalla serie A2 sembra in grado di garantire. «Quello che è successo negli ultimi mesi- racconta Gentile- deve far riflettere. Le problematiche economiche ci sono ma c'erano anche prima di questo black out che ha sconvolto il mondo. Lo sport in generale e, entrando nello specifico, quello del basket devono riuscire a resettare tutto e ripartire. Come? Facendo leva sulla passione che, ne sono convinto, è ancora il carburante che manda avanti il nostro movimento».
FIGLI D'ARTE: Gentile ex giocatore, attualmente allenatore ma anche papà a tempo pieno di due ragazzi che, negli anni, hanno saputo ritagliarsi un ruolo di primo piano nel campionato raggiungendo la massima serie e togliendosi la soddisfazione di vestire la maglia della nazionale. Due caratteri molto diversi: riflessivo Stefano, decisamente più istintivo e sanguigno Alessandro. Se Stefano, a Sassari e sotto la guida di Gianmarco Pozzecco, sembra aver trovato la sua dimensione, Alessandro deve ancora trovare la strada da percorrere dopo l'ultima stagione disputata a Trento. «Li seguo- conclude Nando- ovviamente sperando che riescano a trovare sempre la sistemazione per esprimersi al meglio. Stefano a Sassari è tranquillo, Alessandro invece deve capire quale potrà essere la scelta da fare nella prossima stagione. In Italia non è semplice trovare una soluzione giusta, ci guardiamo intorno a 360 gradi. La stagione 2018-2019 a Madrid, con la maglia dell'Estudiantes, è stata positiva e chissà, la Spagna potrebbe essere davvero la strada maestra da intraprendere».—
Riproduzione riservata © Il Piccolo








