Nel nome di Sveva 1600 uova aiuteranno a ridare un sorriso

TRIESTE. Chiamatela favola pasquale. Chiamatela forza della solidarietà. Chiamatelo miracolo. La definizione non conta. Gli aggettivi possono essere mille. Incredibile. Toccante. Fantastico. Commovente. Tutti validi. Perchè a riassumere la storia basta un numero. 1600 uova di Pasqua. Le uova di Sveva.
Sono le uova di cioccolato messe in vendita dall’associazione IoTifoSveva, costituita dai genitori della piccola scomparsa nel settembre di due anni fa e la cui storia aveva commosso l’Italia.
L’associazione si propone di regalare un sorriso, un regalo, un’occasione di serenità ai bambini che si trovano a vivere la stessa esperienza di Sveva, tra i piccoli pazienti oncologici del Burlo Garofolo. Un’iniziativa che ha trovato subito un fortissimo appoggio da parte dello sport, in particolare dal mondo del basket, quello che Sveva amava. Tutta Italia si è intenerita vedendo la foto della bambina in palleggio, con la maglia rossa delle giovanili della Pallacanestro Trieste.
Dal giorno della sua costituzione, l’associazione ha promosso alcune iniziative. L’ultima, le uove di Pasqua, ha trovato un’adesione superiore a qualsiasi aspettativa. Si è innescata una catena della solidarietà che Marta, mamma di Sveva e anima con il marito Paolo dell’associazione racconta quasi con pudore. «Avevamo pensato inizialmente di distribuire 850 uova e temevamo di sembrare quasi esagerati. In periodo di limitazioni eravamo consapevoli che la consegna avebbe comportato inevitabili disagi - racconta - La risposta tuttavia ci ha spiazzato. Siamo stati “costretti” a pensare in grande, chiudendo in anticipo la scadenza delle prenotazioni perchè eravamo sommersi dalle mail».
La solidarietà non si è esaurita nel passaparola che ha innescato tante richieste ma si è manifestata anche nella consegna. «Come riuscire ad accontentare tutti e rispettare i limiti? In molti si sono offerti di darci una mano. Conoscenti, amici, persone che sapevano la storia di Sveva e volevano rendersi utili. C’è chi si è offerto di portare le uova anche a chi le aveva prenotate da fuori Trieste. Un sacerdote grande tifoso di basket, don Francesco Pesce, ha messo a disposizione una stanza nella parrocchia di Valmaura per depositare le ceste. Realtà industriali hanno acquistato decine di uova per poi distribuirle alle Microaree».
Il ricordo di Sveva rimane. Dopo gli striscioni nei Palasport, il minuto in memoria, il logo sulle maglie della Pallacanestro Trieste. «Sveva ci aveva detto: “Quando guarirò, voglio mettermi addosso il camice donatomi dall’associazione Astro e far sorridere gli altri bambini del Burlo”. Proviamo a farlo noi. Grazie al cuore di tanti amici, ci stiamo riuscendo».
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