Nella A2 “delle altre” Trieste non è male

TRIESTE. È un po’ come questo ottobre pazzo che stiamo vivendo, che piove, poi esce subito il sole, poi arriva la bora, quindi sole senza vento, poi di nuovo pioggia e ancora sole... Questo è lo stato d’animo ondivago che ha fatto attraversare ai tifosi la Pallacanestro Trieste in queste prime tre partite di campionato. Dal pessimismo irrimediabile di due settimane fa, dopo la figuraccia contro Verona, alle perplessità dopo Mantova, fino alla ritrovata fiducia di venerdì sera dopo la larga vittoria contro Imola.
In realtà c’è un filo logico che ha guidato le prime tre prestazioni dei biancorossi. La prima, al “buio”, contro la più forte ed esperta del girone, un passaggio troppo ripido dal pre-campionato al torneo. La seconda, a Mantova, dopo aver capito l’antifona ed essersi scrollati di dosso l’ansia, i biancorossi hanno capito che se fanno con semplicità il loro gioco, se la possono giocare. Con questa consapevolezza, venerdì la squadra ha affrontato Imola finalmente sicura di sè e ha fatto una differenza evidente. Fin troppo. Perchè a partita ancora in corso, già ci si ponevano due domande: ma se questa Imola è prima in classifica, quanto valgono le altre? E se ha battuto sia la Fortitudo che Recanati, prossime due avversarie di Trieste, quanto valgono realisticamente i biancorossi nel ranking del girone Est?
Basta una sola risposta per entrambi i quesiti: in un girone nel quale Verona, Brescia e Mantova sono di un livello superiore, Bologna e Treviso a un livello intermedio e le restanti 13 che possono giocarsela alla pari fra di loro, Trieste è di buon livello. Per profondità di organico e potenzialità insite. I biancorossi distribuiscono il minutaggio su tutti i 10 atleti, quasi tutte le avversarie giocano 6/7 e solo in qualche caso 8. E guardando alle attitudini dei propri uomini, quella di Dalmasson è tra le poche formazioni a poter sfruttare realmente entrambe le dimensioni di gioco. In sostanza, già così com’è non è inferiore a molte altre. Ma ha ancora margini di crescita esponenziali per scalare la gerarchia del campionato. Pensiamo ad esempio a Pipitone, a Parks, a Baldasso, allo stesso Bossi. Le parole di coach Dalmasson dopo la vittoria contro Imola: «Uno dei punti su cui è focalizzato il lavoro dello staff tecnico è quello di integrare allo stesso modo nel nostro gioco tutti e dieci i giocatori, mentre le nostre avversarie hanno rotazioni più ridotte e possono trovare prima la quadra». Bisogna dare tempo al tempo, ma le prospettive sono invitanti. Ne riparleremo nel ritorno, quando il campionato sarà nel vivo.
Ma la superiorità così netta palesata su Imola induce a un’altra riflessione: il tanto vituperato pre-campionato, considerato da molti troppo soft, in realtà è stato un perfetto master di preparazione al campionato che dovrà giocare Trieste. Perchè le squadre slovene affrontate erano comunque di livello simile a quelle di questa A2 Est. Dunque Pecile e soci si sono preparati bene a giocare a questo livello. E dopo aver affrontato l’Andrea Costa se ne saranno persuasi anche loro.
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