“Nonno” Garano: «Sgt, per vincere segui il cuore»

TRIESTE. La squadra di basket femminile della Sgt allora sponsorizzata Crup vince a Gragnano 66-65 la gara di ritorno della finale dei playoff per salire in serie A1. A quella fantastica impresa seguono due stagioni disputate nella massima serie, con l’ultima apparizione in assoluto datata 1990-91.
Ora, a un quarto di secolo di distanza da quella finale per la promozione giocata nella città della pasta, all’antivigilia della finale d’andata contro Torino, il quintetto targato Calligaris sogna di ripercorrere lo stesso felice esito.E a gettare un ponte tra il passato e il presente ci sono anche legami di sangue: l’allenatore della Crup era Giuseppe “Pippo” Garano, il nonno di Alice Policastro, attuale capitana della squadra biancoceleste.
Coach Garano di promozioni (ben 12 ottenute in carriera) se ne intende. Ma sollecitato sull’argomento, non ha consigli particolari per il suo collega Nevio Giuliani, pur avendo idee chiare su ciò che serve in appuntamenti simili: «Suggerimenti da dare non ne ho - spiega il coach nato a Messina e giunto a Trieste nel 1963 -, Nevio è stato anche un mio allievo, gli sono affezionato e sa come caricare le ragazze. In questi tipi di sfide contano, più che la tecnica, il cuore e l’approccio alla partita».
Discorrendo con Garano diventa inevitabile fare alcuni accenni a quella finale dell’89: «I miei primi ricordi vanno alla grande partita che fece Diviacco segnando i canestri decisivi. Subito in avvio si era infortunata alla caviglia Meucci e ne derivò sconforto nella squadra, ma poi ci fu una grande reazione e vincemmo sul fil di sirena. Tra l’altro, il nostro massaggiatore Primo Paris fasciò la caviglia di Meucci e io la rimisi in campo all’ultimo minuto. Non poteva praticamente muoversi, ma la sua sola presenza serviva a incutere timore alle avversarie».
Dopo la promozione, Garano rimase alla guida della Crup anche in A1 ma, dopo una prima salvezza ottenuta, fu allontanato dopo poche giornate dall’inizio della sfortunata stagione successiva che finì con la retrocessione. La carriera da allenatore poi proseguì, anche tra le fila della stessa Sgt, nelle categorie giovanili: «Ho avuto la gioia di allenare le mie nipoti nel Duemila - racconta Pippo - e ho continuato a seguire sempre la squadra. Quest’anno, per motivi di salute, non ho visto le partite interne per tre o quattro mesi, ma mercoledì scorso contro Genova c’ero. Le ragazze giocano bene, sono molto migliorate rispetto all’anno scorso e poi c’è Vida che è una grande atleta».
Ma poiché il tifoso Garano è ancor prima un nonno, un’annotazione è naturale: «Sarà una grande emozione vedere mia nipote Alice in finale. Anzi, sarò più emozionato io di lei e delle sue compagne. So che ci tengono molto, e sarà importante che le ragazze sentano addosso la fiamma del rappresentare una grande società come la Ginnastica Triestina».
Marco Federici
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