Ora Valentino si sente «come un pugile suonato»
MISANO ADRIATICO. Ricordate? Un pugile, molle sulle ginocchia, praticamente suonato, raggiunge l’angolo. Si aggrappa alle corde. Chiede al secondo: «come vado?». E l'altro: «Se lo ammazzi, fai pari...». Ecco: così Valentino Rossi ha spiegato il perché del disegno dipinto sul casco utilizzato qui a Misano. Il pugile ha la sua faccia e, per spiegare meglio il concetto, sui guantoni c'è scritto: sempre ultimi. Già già.
Coincidenza: ieri le cose, per lui e Ducati, sono andate meglio del solito. Sesto tempo di Valentino ma, soprattutto, a 7 decimi e mezzo dalla pole. “Appena” 7 decimi e mezzo: una delle migliori prestazioni sull'asciutto, ottenuta con telaio e forcellone nuovi. Un passo in avanti, anche considerando che i miglioramenti sono stati progressivi per tutto il turno. «Lorenzo e Pedrosa (in pole, ndr) sono decisamente più veloci di ogni altro, ma non siamo lontani, soprattutto come passo, da Crutchlow e compagnia» è l'analisi di Rossi. «Sono però convinto che in gara tutti miglioreranno». Come sempre, sarà da vedere se la Ducati riuscirà a fare altrettanto. Soprattutto, avrà voce in capitolo la capacità della Rossa di tenere il ritmo degli avversari nella seconda parte di gara: «Anche a Brno - ricorda il pilota - fino al settimo/ottavo giro ero con loro. Poi, siamo calati e li abbiamo persi di vista». Punto cruciale, l'accelerazione: la Ducati impenna e Valentino perde parecchio. A riprova, il fatto che la sua GP12 abbia fatto segnare, sul bagnato (un controllo di trazione naturale) la terza velocità di punta, mentre sull'asciutto solo l’undicesima.
La vittoria sarà affare privato tra Lorenzo e Pedrosa. Come sempre, da un bel po' di gare a questa parte. I due sono separati da appena 18 millesimi di secondo. La RC213V di Dani si fa preferire per la velocità (possiede un vantaggio, sull'avversario, di cinque chilometri l'ora nel valore massimo, e quattro in quello medio) mentre, sul passo, sono paragonabili. Uno dei momenti cruciali arriverà molto presto: già alla prima curva, piuttosto difficile, dove nel 2009 Lorenzo ha rischiato di farsi tamponare. E' vero che i GP non si vincono né alla prima curva né al primo giro, ma un Pedrosa che guadagni metri nelle battute iniziali è per Lorenzo uno spauracchio. Con un problema aggiunto, ma uguale per tutti: la gomma (asimmetrica, con una mescola diversa da un lato all'altro) a sinistra è troppo dura, e fatica a scaldarsi. E la seconda curva sarà già da quella parte. Con tutti ancora a sgomitare.
Se la Moto2 non ha detto un gran che bene ai colori nazionali, a una prima occhiata per gli azzurri la Moto3 parrebbe invece un trionfo: in prima fila, nell'ordine, Sandro Cortese, Romano Fenati, Niccolò Antonelli. Peccato che il primo sia di passaporto tedesco, figlio di emigrati.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo