«Ora vi spiego perché il mio amico Valentino ne ha più degli altri»
di Valentino Beccari
È conterraneo di . Valentino Rossi. Di Pesaro, a una manciata di chilometri da Tavullia, di quella terra marchigiana che è quasi Romagna. Una zona che dall’avvento di Valentino ha spodestato la Recanati di Giacomo Leopardi come luogo cult per eccellenza della regione. Il “sabato del villaggio” di Mauro Sanchini è stata la pista di cross dell’entroterra marchigiano e quella di minimoto, apripista del più celebre vicino di casa di cui è grande amico ora che non dà più gas in sella a una Ducati nella Superbike ma con il microfono in mano nella squadra di commentatori Sky. Domenica si corre a Misano, terra di motori e piadine, di bagnini e turiste, una sorta di regno delle due ruote dove il sovrano è Valentino Rossi, uno che da quelle parti potrebbe ambire alla beatificazione. A Misano, Valentino ci arriva da leader del Mondiale grazie al capolavoro di Silverstone in un contesto atmosferico che più inglese di così non si poteva.
Che gara a Silverstone, ci siamo emozionati a casa davanti alla tv, figuriamoci a bordo pista.
«È stata la gara più lunga di sempre, uno spot eccezionale per la Motogp. È davvero difficile spiegare le sensazioni vissute con Valentino Rossi che prende e va, la scivolata di Marquez, la rimonta di Petrucci e la regolarità di Dovizioso. E alla fine tre italiani sul podio, davvero troppo bello».
Certo è che Rossi ha corso da campionissimo. Se lo aspettava?
«Vale ha fatto un’opera d’arte, la gara perfetta. Non è certo un pilota da bagnato ma lo è diventato. Già nelle prove si era intuito che poteva fare qualcosa di grande ma poi in gara è stato superlativo».
Che cosa ha avuto più degli altri?
«Il coraggio di un ragazzo di 18 anni anche se ha superato la trentina da un bel po’. Del resto Rossi ha capito che per poter reggere il confronto con rivali del calibro di Marquez, Lorenzo e lo stesso Pedrosa deve sempre dare il massimo e riuscire a sfruttare tutte le situazioni».
Un Valentino Rossi che migliora col tempo, come un vino d’annata. Il segreto?
«È proprio così. In questi anni il livello è altissimo e con tutto il rispetto per piloti come Gibernau e Biaggi il terzetto di spagnoli è di un altro pianeta. Rossi è stato bravo perché non si è sentito arrivato, ha migliorato il suo stile di guida, lo ha adeguato alle moto di oggi. “rubando” anche dai rivali: Vale è velocissimo, stacca al limite, prende tanti rischi eppure resta sempre in piedi. A Silverstone ha messo pressione a Marquez che alla fine è scivolato e Lorenzoha avuto paura ed è andato piano».
Nelle ultime stagioni la Motogp sembrava una sorta di campionato tutto spagnolo. Quest’anno per ben due volte sul podio ci siamo gustati un triplete italiano: c’è stato il sorpasso definitivo?
«Ancora no, la Spagna ha qualcosa più di noi. Però stiamo crescendo, Valentino è fuori classifica, Petrucci si sapeva che sul bagnato è fortissimo ma secondo me è forte anche sull’asciutto e merita una moto ufficiale per dimostrarlo e Dovizioso non lo scopriamo certo adesso. Iannone sul bagnato ha ancora dei limiti ma è in forte crescita e lo dimostra la sue regolarità. Non a caso è messo bene in classifica e può pensare in grande. Certo, nelle categorie minori ci vorrebbe un po’ più di Italia ma intanto per qualche anno possiamo vivere di rendita».
A Misano ci sarà il gran galà di Valentino?
«Sarà uno spettacolo nello spettacolo, con decine di migliaia di tifosi, una bolgia infernale. Rossi arriva all’appuntamento con il morale alle stelle, con la fiducia che gli deriva dall’aver vinto su una pista come quella di Silverstone che non gli era congeniale. Può giocare in difesa perché saranno gli altri a dover attaccare».
Vedremo un Rossi ragioniere?
«In moto si va a trecento all’ora e allora non è semplice calcolare. Però Rossi sa leggere le gare e le situazioni di corsa come pochi e ha dimostrato di saper gestire le varie fasi del Gran premio, dalle libere alle prove ufficiali, dal warm-up alla corsa vera e propria. Sicuramente non starà alla finestra ma costringerà i suoi rivali ad andare al limite».
Con Sky assistiamo a uno spettacolo nello spettacolo che non si esaurisce nell’ora di corsa. Insomma, non ci si annoia.
«Offriamo un bel servizio cercando di portare cose nuove. Anche noi commentatori tecnici cerchiamo di usare un linguaggio vicino alla gente perché dobbiamo far capire le cose tecniche a tutti e non agli addetti ai lavori. Anche la mia moviola so che ha buoni riscontri perché cerchiamo di portare il telespettatore in pista, nel cuore della corsa per permettergli di capire le vari situazioni»,
Il vostro segreto?
«È che ci divertiamo, Intendiamoci, è una fatica pazzesca perché dal giovedì alla domenica siamo sempre in movimento, dagli studi ai box, dal bordopista al motorhome. Eppoi c’è Guido Meda che oltre a essere la voce per eccellenza della MotoGp organizza tutta la diretta e i servizi e mette in piedi uno spettacolo nello spettacolo».
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