Pallacanestro Trieste, Arcieri: «Stagione che lascia senso di incompiutezza»

Sorrisi, ma anche qualche rimpianto nel bilancio di fine anno del giemme biancorosso: «Puntiamo a migliorare. Il nuovo allenatore? Dovrà avere esperienza europea»

Lorenzo Gatto
Il gm di Trieste Michael Arcieri qui con Peppe Poeta, allenatore di Brescia, durante gara-4 dei quarti di playoff (Foto Bruni)
Il gm di Trieste Michael Arcieri qui con Peppe Poeta, allenatore di Brescia, durante gara-4 dei quarti di playoff (Foto Bruni)

«Vincere, vincere, vincere», il cavallo di battaglia con cui Paul Matiasic si è presentato a Trieste, non è solamente uno slogan. È la ferma convinzione che il presidente della Pallacanestro Trieste ha saputo inculcare nella mentalità di un gruppo di lavoro che, in questa stagione, allo scudetto ci aveva creduto davvero.

Lo avevano detto i giocatori a stagione in corso e, in tempi non sospetti, lo ha ribadito anche Michael Arcieri in una chiacchierata di fine stagione che vuole già guardare al futuro. «Siamo dispiaciuti per come è finita – sottolinea il giemme biancorosso –. Tutti noi eravamo convinti di avere le carte in regola per arrivare fino in fondo. Sappiamo di aver disputato una buona stagione, il sesto posto e la qualificazione alle coppe europee, che sia Basketball Champions League o qualcosa di diverso, sono risultati tangibili. Resta però la sensazione di aver lasciato qualcosa di incompiuto perché – continua –, davanti a noi avevamo una semifinale contro Trapani che ci stimolava. È vero che ci hanno battuto due volte in stagione regolare ma è anche vero che noi li avevamo sconfitti in Coppa Italia. È finita così, prendiamone atto e facciamo tesoro di questa esperienza per migliorare».

Trasformare le delusioni in motivazioni è il segreto di ogni successo, sarà così anche per la Trieste della prossima stagione. «È la prima volta, da quando sono in Italia, che provo questa sensazione – racconta Arcieri –. Il primo anno a Varese ero arrivato in corsa e si parlò solo di salvezza, l’anno dopo ci fu la penalizzazione per la questione Tepic che ci privò dei playoff che sul campo avevamo raggiunto. Lo scorso anno a Trieste, per la prima volta, sono partito per vincere un campionato e, tra alti e bassi, ci siamo riusciti, per cui questa stagione è l’unica in cui mi sono ritrovato senza aver raggiunto l’obiettivo. Sicuramente servirà da stimolo per fare meglio nella prossima, stiamo ragionando da mesi su come sarà possibile migliorare questo gruppo».

La delusione di Jeff Brooks dopo l'eliminazione dagli ultimi playoff (Foto Bruni)
La delusione di Jeff Brooks dopo l'eliminazione dagli ultimi playoff (Foto Bruni)

Mercato, dunque, partendo dalla scelta dei giocatori che saranno chiamati ad affiancare i confermati Ross, Ruzzier, Brown, Uthoff e Brooks. «Nella scelta dei miei giocatori, una volta appurate le fondamentali qualità umane, sono due gli aspetti che considero. Fuoco dentro e versatilità sono aspetti che considero imprescindibili. Se guardate ai giocatori che sono rimasti, Brown può giocare da guardia e ala piccola, Ross da play e da guardia, Uthoff e Brooks ci coprono tre ruoli. L’unico che gioca da play puro e Ruzzier. Detto questo, se c’è qualcosa che ci ha detto il campionato appena concluso, anche considerando che il prossimo anno saremo in Europa, è che ad alto livello c’è bisogno di maggiore fisicità».

Tutta da valutare, invece, la scelta del nuovo allenatore. Il fatto che, Brown a parte, le conferme siano arrivate dopo l’annuncio della partenza di Christian avevano fatto pensare che il coach poteva già essere stato scelto. Nell’ultima settimana si è parlato di un’ipotesi legata all’arrivo di Fois, l’assistente di Gianmarco Pozzecco sulla panchina azzurra, rumour che poi non ha trovato conferma. L’impressione, ma qui davvero si parla solo di sensazioni, è che anche l’allenatore della prossima stagione non sia stato ancora scelto. «So che in Italia gli allenatori decidono i giocatori, a Trieste non funziona così. Se mi chiedi l’identikit direi che il profilo può essere quello di un coach che abbia esperienza europea. Sono tanti, in ogni caso, gli aspetti che entrano in ballo nella scelta. Jamion non aveva esperienza dei campionati europei ma aveva altre qualità che sono state decisive quando ho scelto di portarlo a Trieste».

Un’ultima considerazione sulla campagna abbonamenti. «Ci stiamo lavorando, ci vorrà ancora un po’ di tempo per definire le strategie e presentarla ai nostri tifosi».

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