Pallacanestro Trieste stile Nba

La squadra di Christian, con Varese, è l’unica a tirare più da tre che da due punti. Ma l’attacco dei biancorossi, penalizzato dagli infortuni, può ancora migliorare

Filippo Errico Verzè
Una tripla dall’angolo di Markel Brown, la sua specialità (ha una percentuale realizzativa del 73%) Foto Lasorte
Una tripla dall’angolo di Markel Brown, la sua specialità (ha una percentuale realizzativa del 73%) Foto Lasorte

 

Proprietà americana, allenatore americano, e non solo. In questa prima metà di stagione, Trieste si sta dimostrando una squadra a stelle e strisce anche sul piano del gioco, molto vicino al modello Nba. A confermarlo un numero: 500. Sono le triple tentate finora dai biancorossi, mentre i tentativi da 2 punti sono 478. Insomma, gli uomini di Jamion Christian, insieme a Varese, sono l’unica squadra di Serie A ad aver tirato più volte da oltre l’arco che non all’interno dell’area.

MODELLO NBA

Magari qualche purista potrebbe storcere il naso, ma i biancorossi stanno semplicemente portando avanti un’idea di basket che oggi in Nba, la massima lega cestistica del pianeta, viene vista come irrinunciabile. Dietro questa rivoluzione, c’è una parola chiave: efficienza. Attraverso l’analisi di dati e metriche avanzate, si è dimostrato che il tiro da tre è quasi sempre la soluzione migliore, al netto delle percentuali realizzative.

IL RIFERIMENTO VARESE

Trieste, in realtà, non è la prima ad aver importato questo nuovo modello di basket. Piuttosto, segue la scia di Varese che, due stagioni fa, aveva stupito tutti grazie al suo gioco dal ritmo infernale, con tiri fulminei che piovevano da ogni dove. Nell’anno della retrocessione con Legovich in panchina, l’Openjobmetis avrebbe dovuto giocare i playoff, non fosse stato per il –11 di penalizzazione per frode sportiva e illecito sportivo legati al caso di Milenko Tepic, che li catapultò clamorosamente nella lotta per la salvezza. Il general manager era Michael Arcieri che, dopo aver ricevuto il premio di miglior dirigente della Lega Basket A, passò proprio a Trieste, portando subito con sé da Varese Justin Reyes per affrontare la A2. Quest’estate poi, dopo la promozione in massima serie, ha attinto ancora a piene mani da quella squadra, visti gli arrivi di Colbey Ross e Markel Brown.

Michael Arcieri Foto Bruni
Michael Arcieri Foto Bruni

EFFICIENZA (NON ANCORA) PIENA

Quindi Trieste è una Varese 2.0? Potrebbe esserlo nelle intenzioni di Arcieri, desideroso di riproporre una formula che in terra lombarda ha funzionato, eccome. Al momento, però, alla squadra di Christian sembra mancare ancora qualcosa. In primis il ritmo. Da anni Varese domina la Serie A nel cosiddetto “pace”, la statistica che misura la velocità di gioco media di una squadra, con valori paragonabili alle squadre di Nba. Trieste, invece, ha un pace di 74.4, il 10° del campionato, sintomo di un gioco offensivo non sempre fluido.

Per il resto, a livello di efficienza, i biancorossi si battono bene: lo evidenzia il loro offensive rating, ovvero la media dei punti realizzati ogni 100 possessi, pari a 116.3 (6° della lega). Sempre grazie ai dati più avanzati, focalizzandosi sui tiri da tre punti, viene fuori che Trieste, oltre a tirarne 33.3 a gara, privilegia quelle dalla punta dell’arco (è 2^ per frequenza), rispetto a quelle dall’angolo. Tuttavia, sono proprio queste ultime a essere le più efficienti, per il semplice motivo che da lì si è più vicini al canestro. Se i biancorossi migliorassero anche nelle triple dall’angolo (dove al momento sono al 12° posto per efficienza), la visione di Arcieri potrebbe concretizzarsi ancor più di quanto non abbia già fatto.

IL PESO DEGLI INFORTUNI

Se quindi, a livello offensivo, sembra mancare qualcosa a Trieste per esprimere al meglio il proprio potenziale, è anche per i tanti infortuni che hanno condizionato queste prime 15 partite. Su tutti quelli degli ex Varese: al di là di Reyes, le assenze di Brown e Ross hanno pesato e non poco. Oltre a essere rispettivamente il secondo e il terzo miglior marcatore della squadra, dietro a Valentine, hanno un ruolo chiave proprio in quegli aspetti dove l’attacco di Trieste è più debole. Oltre ad avere entrambi un pace più alto di tutti gli altri, Brown eccelle nelle triple dall’angolo (tira con il 73%), mentre, quando c’è Ross in campo, il 41% dei tiri da fuori segnati arriva da un suo assist. Non a caso, prima di ogni partita, coach Christian rimarca quasi sempre come la sua squadra non sia ancora arrivata dove vuole lui. Pur riuscendo a qualificarsi alle Final Eight di Torino da neopromossa, battendo sia Milano che Virtus Bologna nel girone d’andata. Il coach americano sa che i margini di crescita sono ancora abbondanti e che, magari anche con po’ più di fortuna sul piano degli infortuni, i suoi ragazzi possono lasciare un segno indelebile su questa stagione.

 

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