Pancotto, 20 anni dopo «Vincere a Milano è magico, brava Allianz Che solidità di gruppo»

TRIESTE
Nel libro dei ricordi, il successo dell'Allianz al Mediolanum Forum di Assago riporta alla mente la vittoria della Coop Nordest targata Cesare Pancotto. Era la stagione 2001/2002, Trieste si impose al PalaLido firmando il primo storico successo nel basket moderno sul campo di Milano.
Pancotto, cosa ricorda di quel successo?
Sensazioni ancora oggi molto nitide. Una partita nella quale restammo sempre sotto nel punteggio ma in cui non alzammo mai bandiera bianca. Con un break significativo nel finale nato da un time-out nel quale, senza fare grandi discorsi, dissi ai giocatori "andiamo a prenderci questa partita". C'era nell'aria la possibilità dell'impresa: bravi i ragazzi a crederci, a trovare fiducia dalla difesa e piazzare le bombe che ci consentirono di portare a casa il successo. Ricordo i canestri di Herb Jones e Ivo Maric, Milano forse rimase sorpresa perchè non si aspettava da noi un finale così intenso.
In quella Trieste si affacciava alla serie A un giovane di belle speranze. Vent'anni dopo Daniele Cavaliero è ancora protagonista nella massima serie. Che effetto le fa vederlo ancora in campo?
Non giocò quella partita ma lo feci entrare in quintetto nelle successive finali di coppa Italia. Daniele ha saputo creare una scala di valori fatta di serietà e impegno che lo ha portato a meritarsi il rispetto e la considerazione di chi ha avuto la fortuna di condividere con lui una parte di un percorso infinito. Vederlo tornare a casa, vestire di nuovo la maglia della sua città e riportare Trieste in serie A è stato motivo di grande orgoglio.
Tornando all'attualità, che impressione le ha fatto vedere l'Allianz battere con grande autorità l'invincibile Armani di Messina?
La cosa che più mi ha colpito è stata l'impressione di una squadra consapevole e pronta a vincere. A inizio ripresa Milano è tornata sotto, l'Allianz non ha mai perso fiducia, non si è scomposta, ha saputo resistere e riprendere in mano la partita. La cosa non mi sorprende perchè l'impressione è quella di una formazione costruita bene nella quale si sommano valori importanti. Vedo grande voglia di collaborare e stare assieme, l'apporto del singolo non è finalizzato a sè stesso ma si inquadra nella logica del gruppo. Aldilà del talento tecnico e fisico vedo giocatori che vogliono portare il loro contributo alla causa.
Con questo spirito, l'Allianz arriva a giocarsi le finali di coppa Italia.
Un contenitore diverso rispetto al campionato. Tre partite in tre giorni, chi avrà maggior feeling con il campo e interpreterà nella maniera migliore il senso della manifestazione potrà avere chance. La concorrenza è spietata ma nessuno parte battuto. Gli esempi di Cremona o prima, di Torino, stanno lì a dimostrarlo.
Sulle finali di coppa Italia e sul campionato continua a gravare l'incognita Covid.
Una stagione particolare nella quale il Covid, l'assenza del pubblico e la non omogeneità del calendario stanno inevitabilmente stravolgendo gli equilibri del campionato.
In quest'ottica come giudica la possibilità di un blocco delle retrocessioni?
Per quello che abbiamo detto non sarebbe un'eresia ma parlarne a febbraio è complicato.
Ci sarebbe voluta forse un po' più di lungimiranza per capire già ad agosto l'unicità della stagione che ci aspettava. —
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