Partiamo dietro anche sugli spalti

BORDEAUX. È un gioiello Bordeuaux, con quella brezza leggera che sa di Atlantico, i monumenti, le chiese, i vicoli. Una città cartolina, emblema dell’Ovest francese che negli ultimi 15 anni si è sottoposta ad una vera e propria operazione di lifting con la pietra chiara del centro storico che ha ritrovato lo smalto antico del XVIII secolo.
E non è un caso se è stata dichiarata patrimonio mondiale dell’Unesco.
Ma Bordeaux è anche e soprattutto vino, l’emblema della città, il segno distintivo, un marchio che ha fatto il giro del mondo in un calice. E Bordeaux ha voluto omaggiare il prodotto delle sue viti con la “Città del vino” un’opera imponente costruita davanti alle frecce del ponte Chaban-Delmas, un’opera architettonica unica con le sue curve audaci che evocano la rotondità del vino che si adagia nel bicchiere e i nodi della vigna.
Eppoi luoghi di attrazione culturale come il Museo Nazionale della Dogana, in un magnifico palazzo sulla Piazza della Borsa, che racconta la storia di quest’istituzione poco conosciuta attraverso oggetti emblematici.
Nelle ali del Palazzo Rohan, il Museo delle Belle Arti ospita 330 opere, quadri e sculture, da Tiziano a Picasso. Senza dimenticare le opere a tema animale di Rosa Bonheur, una bordolese.
Insomma, Bordeaux offre vino raffinato e cultura di alta scuola che quasi quasi il calcio è costretto a parlare a voce bassa. Però il calcio c’è eccome ed è un vero peccato che lo “Stade de Bordeaux” possa ospitare appena 42 mila spettatori. Già perché il sold out si è registrato appena poco dopo l’apertura della vendita dei biglietti.
Sono andati esauriti nel giro di poche ore i seimila biglietti a disposizione delle federazioni di Italia e Germania e quindi si è scatenata la caccia al biglietto.
Le richieste sono arrivate soprattutto dalla Germania e dal Belgio, da cittadini tedeschi ma anche da italiani che da anni vivono all’estero. È difficle fare una stima precisa ma questa volta gli italiani sono non saranno meno di diecimila mentre sugli spalti a fare il tipo per il Wunderteam dovrebbero esserci almeno 15mila sostenitori. Una bella battaglia del tifo anche se si tratta di due tifoserie tranquille che nelle ore di vigilia della partita non hanno destato motivi di preoccupazioni, Nei locali del centro e lungo la Garonna, tra ristoranti tipici e caratteristici i supporters germanici provano i “rossi” della Guascogna ma alla fine abdicano per la birra, bevanda nazionalista magari meno pregiata e sofisticata ma sicuramente più affine al gusto germanico. Per le strade canti e cori, magari qualche sfottò ma tutti nei canoni della civiltà.
Da un lato ci sono i riferimenti storici alla tradizione favorevole azzurra, dall’altra invece un titolo di campione del mondo fresco che può calpestare la tradizione negativa. L’importante è che alla fine stasera si possa brindare con uno dei 65 vini a denominazione di origine controllata.©RIPRODUZIONE RISERVATA
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