Per la prima volta nella maratona sotto le 2 ore, il record che non c’è

MILANO. Come andare sulla Luna e ritornare. Eliud Kipchoge evoca uno dei giorni gloriosi dell’umanità nel raccontare un’impresa che resterà nella storia dello sport. Per la prima volta, un uomo ha coperto la distanza di una maratona sotto il muro delle due ore. A riuscirci non poteva che essere il 34enne campione keniota, campione olimpico e primatista del mondo della specialità.
Una pagina che ha avuto come sfondo il parco Prater di Vienna, in una giornata dove tutto è stato curato al dettaglio. Dietro l’ impresa di Kipchoge c’è anche l’enorme lavoro degli esperti che nulla hanno lasciato al caso: dalle condizioni del circuito all’orario di svolgimento, dalle scarpe alle condizioni climatiche. Tutto doveva essere perfetto. Di suo il keniano, ovviamente, ci ha messo l’immensa classe. Se c’era un uomo che poteva sfondare lo storico muro, era lui.
Kipchoge ha completato il percorso in 1h59’40”, quasi due minuti in meno del record (2h01’39”) stabilito dal keniota a Berlino l’anno scorso. Il via alle 8.15 locali, con una temperatura fresca (9 gradi), una leggera foschia, su un circuito piatto di 9,9 km da percorrere un poco più di 4 volte, per un totale di 42.195 km. “Ineos 1:59 Challenge”: questo il nome dell’evento, in onore dello sponsor, il gigante petrolchimico britannico Ineos, il cui numero uno, il miliardario Jim Ratcliffe, ha fatto dello sport il suo nuovo campo di investimento.
Per mettere Kipchoge nelle migliori condizioni di provare a battere il record lo sponsor non ha badato a spese: tre mesi e mezzo di preparazione del percorso, in asfalto per non presentare imperfezioni, una pista ripetutamente testata grazie a un software di simulazione, giorno e programma scelti in base a condizioni meteorologiche favorevoli (temperatura, umidità, qualità dell’aria). È stato tenuta sotto controllo persino la caduta autunnale delle foglie.
Proprio a causa di queste condizioni speciali, il risultato non sarà omologato dalla Iaaf, la Federazione Internazionale di atletica. Per realizzare l’impresa il keniota è stato anche aiutato da 41 scudierì di altissimo livello e di diverse nazionalità, tra cui il mito del mezzofondo Bernard Lagat, i fratelli Ingebritgsen, dominatori nel mezzofondo sulla scena europeo, e il campione olimpico dei 1500 Matthew Centrowitz. —
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