POMI D’OTTONE E MANICI DI SCOPA

Sei da una parte e cinque dall’altra: si comincia male, mi dicevo quando osservavo le formazioni delle due squadre. Non aveva senso. Non erano in undici per parte. Non erano in numero uguale. E, a...

Sei da una parte e cinque dall’altra: si comincia male, mi dicevo quando osservavo le formazioni delle due squadre. Non aveva senso. Non erano in undici per parte. Non erano in numero uguale. E, a dirsela tutta, come calciatori erano un po’ strani. Prima che l’arbitro fischiasse l’inizio della partita, li guardavo schierati a metà campo ed ero disorientato.

No, le formazioni non erano precise come quelle degli almanacchi o delle sovraimpressioni in tv. In maglia gialla un gorilla, un rinoceronte, un facocero, un coccodrillo e una iena, oltre a uno strano leone con un medaglione al collo. In maglia azzurra - tipo l’Italia di Conte, ma con delle ridicole braghe a strisce bianche e celesti - un canguro, uno struzzo, un elefante, un leopardo e un ippopotamo.

La partita di calcio di Pomi d’ottone e manici di scopa dura sei minuti e trentadue secondi ed è parte della storia del cinema. Uscito nel 1971 negli Stati Uniti, il film è arrivato in Italia nell’ottobre 1972. Pochi mesi prima gli Europei erano stati vinti dalla Germania Ovest: Netzer, Heynckes, Breitner e soprattutto Beckenbauer, il Kaiser del calcio, insomma, i progenitori dei fenomeni tedeschi di oggi. In Italia aveva vinto la Juve, in giro c’erano cannonieri implacabili come Anastasi, Boninsegna e soprattutto Riva, ah quanto ne avremmo bisogno oggi eccetera.

I gialli e gli azzurri si sfidano in mezzo alla giungla dell’isola di Naboombu, dove i protagonisti arrivano su un letto volante, vengono pescati da un orso e, appunto sono coinvolti in questa sfida di calcio disputata solo da animali parlanti e che corrono su due zampe anche se ne avrebbero quattro. C’è un ghepardo talmente veloce che incendia il terreno, un gorilla che para penzolandosi dalla traversa, una iena che ride, un rinoceronte che incorna e un coccodrillo che morde. Il medaglione del leone è un talismano da rubare per salvarsi. Darò un’occhiata attenta alle formazioni dei quarti di finale di Euro2016, ma ho la sensazione che non mi divertirò altrettanto.

@fbrancoli

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo