Prandelli ne cambia tre

INVIATO A MANGARATIBA. Il gioco delle tre carte stavolta potrebbe non essere truffa, ma i problemi fisici di Barzagli rischiano di far saltare il banchetto allestito al Portobello Resort&Safari dal “prestigiatore” Cesare Prandelli. Il ct ieri ha cercato di nascondere le mosse anti-Costa Rica: gli indizi però portano tutti a tre cambi rispetto alla gara inaugurale, quella di Manaus contro l’Inghilterra. C’è ancora tempo per regolare il mirino sulla partita, ma il recupero di Buffon, la necessità di consolidare la difesa e la possibilità di attingere al pozzo dell’esperienza di Thiago Motta dovrebbero portare a una conferma del 4-1-4-1 con alcune novità individuali anche per sfruttare la profondità della rosa azzurra, un vantaggio in competizioni serrate come i Mondiali.
L’incognita è rappresentata dalle condizioni di Andrea Barzagli che ieri non ha completato la seduta che soltanto per nella prima mezz’ora si è svolta sotto gli occhi (indiscreti) di stampa e tv. Il centrale della Juventus sta convivendo con un malanno ai tendini del polpaccio sinistro che non gli permette da tempo – succedeva già durante il campionato – di allenarsi a pieno regime. Per questo sarebbe affrettato metterlo in forse: oggi, nella rifinitura che si svolgerà alle 12.15 (le cinque e un quarto italiane) all’Arena Pernambuco, si potranno definire meglio i contorni delle condizioni fisiche di Barzagli che nelle intenzioni di Prandelli sarebbe “il titolare fisso” della retroguardia azzurra.
Il piano del nostro ct, dunque, viene complicato dall’ultimo possibile forfait, considerando che sul tavolo c’era già da risolvere il problema Paletta, l’unica vera delusione dell’esordio di Manaus. L’idea era quella di inserire Abate, spostare l’eclettico Darmian a sinistra e accentrare così Chiellini per un’accoppiata collaudata a livello di club. E in questo quadro diventa evidente il peso di un’eventuale assenza di Barzagli: Paletta-Chiellini non sembra una coppia bene assortita (per capacità di palleggio), la vera alternativa potrebbe essere piuttosto l’inserimento di Bonucci, ma proporlo con Abate, Chiellini e Darmian significhebbe stravolgere tutta la linea difensiva. Cioè violare uno dei comandamenti della scuola tecnica italiana che obbedisce, più o meno, al popolare: squadra che vince non si tocca.
Un detto calcistico che fa il paio un’altra convinzione, espressa in Italia dall’ex ct Dino Zoff e rimbalzata in Brasile: «Il titolare deve fare il titolare. Buffon deve giocare se sta bene». E Gigi sta bene, l’infortunio alla caviglia sinistra è superato: ieri ha svolto tutta l’ultima seduta qui a Mangaratiba prima della partenza per Recife, fissata per questa mattina alle 7.30 brasiliane (12,30 italiane) dall’aeroporto militare di Santa Cruz. A questo punto è chiaro che Sirigu, nonostante la risposta positiva fornita contro gli inglesi, tornerà in panchina e Prandelli calerà con Buffon la prima carta diversa dall’esordio. La seconda potrebbe essere, come accennato, Abate a destra (soprattutto se ci sarà Barzagli), mentre il centrocampo potrebbe essere puntellato con l’esperienza di Thiago Motta, al posto di Verratti. I due compagni di club (al Psg) nelle intenzioni del ct dovrebbero essere gli elementi intercambiabili al fianco di Pirlo, laddove Parolo sembra essere piuttosto un’alternativa a Marchisio e Candreva, così come in attacco il vice Balotelli è Immobile. Insomma, le tre nuove carte sono sul banchetto azzurro in vista del Costa Rica. Soltanto l’incognita Barzagli potrebbe far saltare il giochino.
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