Quando i papà lasciano il posto al proprio figlio

Il testimone passa da Antonio a Mattia Troian (Gradese) e da Gianluca a Niccolò Mattioli dell’Azzurra Gorizia

GORIZIA. «It's not time to make a change», cantava Cat Stevens in una delle sue canzoni più celebri. Non è il momento di fare un cambio, tradotta letteralmente dall'inglese: e invece, a un certo punto, gli allenatori dell'Azzurra e della Gradese hanno pensato che fosse l'attimo adatto, e hanno dato l'ok affinché quel cambio venisse fatto. E così, come nelle favole dal lieto fine, nelle ultime settimane sui campi dell'Isontino sono andate in scena due storie simili, da calcio romantico d’altri tempi: padri che scendono in campo assieme ai figli, vestendo la stessa maglia.

I primi a vivere quest'emozione intensa sono stati Gianluca e Niccolò Mattioli: 46 anni il primo, 15 compiuti lo scorso 15 aprile il secondo, nel match vinto dalla loro Azzurra (Terza categoria) contro il Moraro per 3-1 sono entrati in campo insieme, l'uno con il numero 16, l'altro con il 14, a pochi minuti dal 90'. Gianluca è una vecchia bandiera degli azzurrini, mentre per Niccolò era la prima volta con la casacca dei grandi. «Un'emozione incredibile, che solo un padre con un figlio maschio può capire - racconta Gianluca -: fino a dicembre anche l'altro mio figlio, Giovanni, giocava nell'Azzurra prima di andare in prestito all'Isontina: se fosse stato ancora qui sarebbe stato un esordio a tre...».

Sarebbe stato qualcosa di ancor più incredibile, ma già così è un'esperienza che non tutti possono vivere: chi può invece dire di aver provato le stesse sensazioni è Antonio "Tony" Troian, che domenica nel match casalingo della sua Gradese contro l'Isonzo ha salutato il calcio giocato dopo 20 anni di attività in un modo davvero più unico che raro, mescolando le emozioni per l'addio alla maglia biancorossa con quelle per il debutto in prima squadra del figlio Mattia, 15 anni: entrambi i Troian sono stati schierati come titolari da mister Nunez. L'intera tifoseria gradese saluta il vecchio leone che lascia la battaglia, e abbraccia l'erede: un vero e proprio passaggio di testimone tra due generazioni. «Sei stato un esempio per i giovani e anche per i vecchi calciatori - è l'omaggio di uno dei tanti amici ed ex compagni di squadra nei confronti di Troian senior, parole che riassumono il sentimento di tutti sull'Isola - hai dato tutto per la maglia della Gradese e per Grado. Sei stato un grande capitano».

È arrivato quindi il momento giusto per fare quel cambio sotto forma di passaggio generazionale di cui parlava Cat Stevens, in casa Azzurra e Gradese. D'altronde, quella famosa canzone, si chiama "Father and son": padre e figlio.

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