Roianese, anche l’album con le figurine dei ragazzi

Vince la Coppa Disciplina, ma non ha un campo a undici
Lasorte Trieste 06/12/17 - Viale Miramare, Campo Sportivo Roianese, Fabiana Randazzo
Lasorte Trieste 06/12/17 - Viale Miramare, Campo Sportivo Roianese, Fabiana Randazzo
TRIESTE. Roiano, uno dei più popolosi rioni di Trieste, si è sviluppato negli anni ‘70 attorno alla fabbrica Stock che dava lavoro a più di un migliaio di persone che animavano il rione, i negozi, i servizi. La conformazione territoriale non ha mai permesso l’esistenza di un impianto sportivo in regola anche se, nella zona avevano sede diverse squadre: Libertas Barcolana, Gretta, Acvl Stock e Roianese, l’unica arrivata fino ai giorni nostri. «Una Roianese c’era già nel ’47 – ricorda Giuseppe “Pino” Cumin, presidente del sodalizio dall’’88 – disputava i tornei Ucer e, sotto il nome di “Maroco” (Maddalena-Roianese-Costalunga), partecipò ai campionati europei giovanili a Praga. Chiusa, riaperta negli anni ’50 come Itala Roiano quando ne indossavo la maglia, dal ’61 tornò a chiamarsi Roianese e due anni più tardi si affilio alla Figc e si giocava all’Ilva e a San Giovanni». Oggi la formazione milita in Seconda Categoria ed il suo cuore è il campo Rossoni o, come avverte un “murales” , Roianello: il campetto, dal 2006 in sintetico grazie al Comune che ha edificato più tardi anche gli spogliatoi, è una donazione del noto negoziante di articoli musicali all’amministrazione comunale, con il vincolo di utilizzarlo solo per l’attività sociale e sportiva per i giovani. «Abbiamo quasi 200 tesserati, dai più piccoli alla prima squadra – ricorda Ubaldo Pesce, direttore sportivo bianconero - da noi le porte sono aperte a tutti, ma cominciamo a non saper più dove farli giocare… Due squadre nei campionati regionali sono per noi un vanto, come gli otto anni di militanza in Seconda sono un piccolo record ed uno stimolo per i ragazzi delle giovanili per arrivarci». «Quest’anno – dice il segretario Aurelio Cantagalli – abbiamo fatto stampare l’album delle figurine della Roianese: sono l’interlocutore dei genitori, anche perché devono passare tutti da me per pagare le quote…». Certamente, un vero personaggio fu Claudio Di Marcantonio, rifondatore della società che, come Giulio Corelli, anima del Gretta, dedicò la sua attività ai giovani: personaggi ben delineati da Severino Baf nel suo libro “Mati come noi” tutto incentrato su Roiano. «Era capace di tutto – ricordano –perfino “modificare” la carta d’identità per far giocare i ragazzi non ancora in età, o far scendere in campo qualcuno con i baffi neri, assieme ai ragazzini quattordicenni…» Tanti i presidenti alternati alla guida della società: Menuni, Mignemi, Mocchiut, Fragiacomo, Gobbo fino a Cumin: «Ricordo il mio esordio da calciatore con una doppietta nel derby con il Gretta: mi piaceva dribblare, tanto che, sul campo dell’Italsider, dopo gli avversari, saltai anche due galline che razzolavano ai margini e da allora mi soprannominarono “scartagaline”. Il ricordo più bello? La promozione in Seconda, imbattuti, dopo 18 vittorie consecutivi con allenatore Sergio Beorchia. Il segreto è avere bravi dirigenti come il vicepresidente Michele Orsini, e bravi allenatori. Poi, il passaparola che ci ha fatto diventare un… covo di simpatia”. A proposito degli allenatori: Norbedo fa gli allievi sperimentali, Folla gli esordienti, Bagordo i giovanissimi, al comando del torneo provinciale; gli esordienti 2006 li cura Ennio Mastromarino: «Rispettiamo tutti – dice – e così otteniamo il rispetto di tutti: fondamentale puntare sull’educazione». Tatò e Napolano si occupano dei pulcini, Ferluga e Cozzuto dei più piccoli: «Uno dei nostri vanti – sottolinea Ubaldo Pesce – è il gruppo dei 2002 che ha iniziato dai piccoli amici ed oggi gioca ancora assieme negli allievi. A livello calcistico c’è serietà, nessun assillo a creare talenti ma solo bravi atleti, cui dare i fondamenti dell’educazione sportiva: la prova è che primeggiamo in tutte le graduatorie della disciplina». Mirko Parcelj allena i giovanissimi ed è categorico: «Abbiamo bisogno di un campo nostro ed il Comune dovrebbe aiutarci». Oggi le varie squadre giocano ad Aurisina, al Villaggio del Pescatore, a Domio: «Per fortuna – ricorda Mastromarino – abbiamo ricevuto dalla Fondazione CRT il nostro primo pullmino che ci aiuta negli spostamenti». Già, mancherebbe solo il campo ad undici: poco lontano c’è il Porto Vecchio e magari, vicino alle sedi nautiche, ci sarebbe spazio anche per un insediamento calcistico. A fine anni ’70 la Stock, per la sua squadra di calcio in Promozione, aveva presentato anche il progetto che trovò ostacoli di tutti i generi – dalle Circoscrizioni alla Sovrintendenza – finchè preferì lasciar perdere. Rispolverare almeno l’idea si potrebbe: «Anche le strutture sportive – sottolinea Ubaldo Pesce – sono lo specchio della civiltà della società: se ci aggiungiamo che tra Roiano, Gretta e Barcola vivono quarantamila persone, la struttura avrebbe senso, vista la fame di calcio come sport pulito e sano».


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