Scavone: «Tre anni per vedere l’Alma ai primi posti in Italia»

TRIESTE Lo scudetto a breve, come annunciato con una scherzosa boutade nel ricevimento in Municipio dopo la promozione in serie A, non si può garantirlo. Ma Trieste ai primi posti entro tre anni sembra per Luigi Scavone, presidente dell’Alma Pallacanestro Trieste, più di una semplice speranza. E per quest’anno guai a intestardirsi sulla parola salvezza, che profuma di rassegnazione e orizzonti ridotti.
Partiamo facendo un po’ di chiarezza. La proprietà della Pallacanestro Trieste è Alma. Però Alma a sua volta...
Alma è una costola del gruppo Altea, una holding cui fanno riferimento diverse società dei settori più svariati con 16 mila dipendenti. Comprende, tra le altre, realtà della logistica, società di call center con clienti come Amazon, società di assistenza hardware e software di gruppi bancari, una società privata di distribuzione di posta, un’altra realtà che gestisce la lettura di contatori di gas e acqua a livello triveneto.
Alma in ambito sportivo è presente nel basket e nella MotoGp con il team Ducati Pramac di Petrucci e Miller, oltre a supportare l’hockey in carrozzina. Realtà completamente diverse.
La MotoGp garantisce naturalmente una vetrina mondiale ma in Italia i successi nella pallacanestro ci hanno dato una visibilità che si avvicina a quella in ambito motociclistico.
Ci sono punti in comune?
Anche se non ci sono li stiamo creando comunque. Venerdì, approfittando della partecipazione della squadra al Memorial Bertolazzi a Parma, porterò i giocatori e lo staff alle prove del Gp a Misano.
Coronica e Cavaliero con Petrucci, Dovizioso e il “Dottore”.
Sarà una fantastica esperienza. Piazzeremo un canestro nel paddock e inviteremo i piloti a provarci da tre. Per i ragazzi del basket sarà una bella passerella.
Torniamo al basket. Obiettivo stagionale: la salvezza.
Se permettete quando sento parlare di salvezza mi parte l’orticaria...Mi dà l’idea di cominciare con un’idea già sbagliata, perdente. Della serie: limitiamo i danni.
E allora?
Allora diciamo che puntiamo a disputare un ottimo campionato.

La concorrenza è indecifrabile, con roster rinnovati e tanti giocatori stranieri al debutto in Italia. Il ranking delle forze in campo è ballerino...
Le valutazioni sulla carta o le indicazioni del precampionato in fondo contano poco. Per restare in tema motociclistico penso a Valentino Rossi: nelle prove non lo vedi, sta nelle retrovie ma alla fine lo ritrovi sul podio.
Alma nel basket intanto con un impegno triennale. Corretto?
Ma chi l’ha detto? Non siamo mica una scatola di pelati con data di scadenza...Non poniamo limiti. I tre anni si riferiscono ad altro.
Cioè?
Vorremmo arrivare al vertice entro tre anni. Una squadra in grado di lottare per i primi posti in Italia.
E approdare in Europa.
Ci piacerebbe. Una vetrina europea sarebbe importante. Certo, mi rendo conto che ci vorranno tempo e pazienza. Siamo passati dal semiprofessionismo della A2 al professionismo conclamato, bisogna riorganizzare la società, sappiamo che dovremo confrontarci con club che hanno budget da 20 milioni.
A proposito di budget, il vostro - stando a quanto è stato dichiarato - è di tre milioni e mezzo.
Orientativamente. In realtà non siamo partiti con una cifra definita e bloccata. Se in corso d’opera ci sarà bisogno di intervenire, garantiamo la piena disponibilità a farlo.
Quali sono i vostri rapporti con gli altri sponsor e la realtà economica triestina?
Ottimi. Vogliamo bene alla città e sentiamo che Trieste ci ha accolto con simpatia. Contare sul sostegno di un colosso come Allianz ci onora, hanno legato il loro nome a un solo altro impianto sportivo in Italia, lo Juventus Stadium.
Alma è proprietaria e sponsor. Ma facciamo un’ipotesi: si fa avanti qualcuno disposto a un grosso investimento a condizione di diventare il main sponsor. Che fate, rinunciate alla visibilità?
Andrebbe a potenziare il budget e quindi sarebbe il benvenuto, però per concedere il main sponsor dovrebbe essere davvero un’offerta irrinunciabile.
Alma e Trieste. Volevate prendere anche la Triestina dopo il fallimento.
C’era effettivamente l’idea di creare un polo sportivo che, per la vicinanza degli impianti, unisse calcio, basket e atletica. Ma la proprietà Biasin-Milanese garantisce professionalità, solidità e competenza. La Triestina è finita in ottime mani e quindi meglio così. Ognuno può concentrarsi sulla propria società.
Il pubblico di Trieste è appassionato e competente. La cavalcata dell’ultima stagione ha riacceso l’entusiasmo. In passato certi settori del PalaRubini seguivano le partite in modo un po’ troppo compassato...
Il pubblico è fantastico. Forse ci sono stati anni “tiepidi” ma ho visto immagini in cui Trieste si infiammava. Penso alle partite della Stefanel, ad esempio.
Alt. Ha detto Stefanel. Un momento d’oro e un epilogo che ancora brucia. Scottati da quell’esperienza, ai tifosi triestini è rimasto un timore di fronte a nuove proprietà: non è che c’è il rischio che...?
Nulla dura per sempre. Ma i tifosi di Trieste possono stare tranquilli. Se un domani - e al momento non prendo neanche in considerazione l’eventualità - Alma dovesse andarsene lascerà una struttura solida, in grado di continuare a funzionare bene. —
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